Nel corso del Convegno L’INNOVAZIONE NEGLI APPALTI TRA COMPETENZA E LEGALITÀ, si terrà una tavola rotonda, coordinata dal dott. Francesco Cerisano, capo redattore del quotidiano economico ITALIA OGGI, sul tema TROPPE LEGGI, NESSUNA LEGGE. COLPA DELL’ANTICORRUZIONE O DELLA POLITICA?
Partecipano Francesco Pinto, Segretario ASMEL, Massimo Balducci, Università di Firenze, Ferdinando Pinto, Università Napoli e Carlo Marino, Sindaco di Caserta.
La tavola rotonda, organizzata da ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali con 2323 Soci in tutt’Italia è stata programmata a fine maggio scorso, a seguito della presentazione, dei risultati di un Sondaggio commissionato all’Istituto IPR su un campione rappresentativo di funzionari ed amministratori locali, chiamati ad esprimersi sul bigottismo normativo, che affligge il nostro Ordinamento.
Con una maggioranza bulgara, gli intervistati hanno manifestato difficoltà ed insofferenza rispetto ad un impianto normativo che, specie nel settore degli appalti, impone inestricabili vincoli formali, che rallentano o bloccano le attività e generanno frustrazione e deresponsabilizzazione.
L’iniziativa assume oggi una stringente attualità a seguito di quanto affermato dal neopremier Conte, che, nel discorso programmatico al Parlamento, ha sostenuto la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici ed affermato che “l’ipertrofia normativa contribuisce all’incertezza giuridica, che finisce per avvantaggiare i disonesti e a penalizzare i cittadini e le imprese che operano nella legalità”.
Sul punto, Conte ha chiamato in causa l’Autorità Anticorruzione, il cui Presidente, Raffaele Cantone, ha subito replicato stizzito. Sono seguite telefonate, incontri e “chiarimenti”, che, come spesso avviene in Italia, sono serviti a salvare la forma, ma non la sostanza.
Il nuovo Governo sostiene che l’attuale normativa sugli Appalti è “complicata, illeggibile e che paradossalmente era stato scritta per diminuire la corruzione, ma oggi sta bloccando il Paese e non sta fermando i corrotti”.
Come non dargli ragione. Il nuovo Codice degli Appalti avrebbe dovuto garantire legalità e semplificazione. A due anni dalla sua approvazione, però, sono stati varati solo 28 dei 66 decreti attuativi previsti e già il numero delle parole contenute nel nuovo strumento normativo supera del 143% quello precedente. Di questo passo, ad opera completata (altri due anni?) le parole complessive sono destinate a rappresentare il 251% di quelle precedenti. Non proprio il massimo della semplificazione.
Come non dare ragione anche a Cantone quando ribatte: “Credo che sia opportuno fare delle semplificazioni, ci sono delle indicazioni da accogliere dal governo, sempre restando che governo e parlamento sono i domini”. Infatti, tocca a loro scrivere o modificare le leggi.
In attesa che si passi dalle parole ai fatti, una riflessione ed un approfondimento sul come e perché siamo a questo punto si impone. Infatti, per gli addetti ai lavori, per gli amministratori locali, sulla base delle risultanze del Sondaggio, il responso è inequivocabile: Hanno entrambi ragione ed entrambi torto!
Da qui la tavola rotonda, dalla quale potranno emergere utili suggerimenti per una riforma ormai ritenuta da tutti ineludibile.
Per maggiori dettagli consultare questo link
Intervento di Francesco PINTO, Segretario Generale Associazione ASMEL