Il sogno di Antonio
Manuale sentimentale di managementData pubblicazione:05/2020
Lingua:Italiano
Numero pagine:272
ISBN:8833633659, 9788833633657
Casa editrice:goWare
Prezzo:ebook € 4,99 | cartaceo € 13,99
DESCRIZIONE
Negli anni della crisi economica una piccola azienda del nord Italia coglie l’opportunità di allearsi con un gigante mondiale dell’informatica. A guidare la complessa operazione è Antonio, manager ambizioso e visionario, che l’ha ideata. La fiducia e l’appoggio che soci e collaboratori ripongono inizialmente in lui si riveleranno alla fine illusori, facendolo risvegliare amaramente dal suo sogno di cambiamento. La storia si intreccia con la relazione sentimentale, delicata e profonda, del protagonista con Maddalena, i cui contorni fluttuano anch’essi tra il sogno e la realtà. L’autrice, che si immedesima nella vicenda seguendo un’originale modalità di narrazione, mira a mostrare che l’aforisma di Ezra Pound secondo il quale “con una cosa fredda come l’economia non si possono smuovere sentimenti” non è quasi mai vero. Molto spesso il quotidiano lavorativo esprime una costellazione di emozioni individuali talmente ricca da segnare, oltre alla vita dei protagonisti, le sorti delle imprese.
RECENSIONE di Gerardo Coppola
È una storia fittiziamente immaginaria che si dipana nel ricco Veneto del fu boom economico, intensamente popolato di imprese, banche, banchieri e imprenditori e anche da tanti affaristi. L’io narrante è Maddalena, amica del cuore di Antonio, che è una sorta di telescopio, emerge e sonda l’ambiente e poi si ritira nei recessi del mare per scomparire in disparte.
Il fulcro dell’opera è complesso perché ruota intorno a un gruppo imprenditoriale, tipicamente italiano, dagli assetti paternalistici anche se non familiari, fotografato al momento di intraprendere una radicale trasformazione. Trasformazione che ben presto diventa una sfida per la sopravvivenza. Gli attori coinvolti sono tanti e ciascuno è portatore di interessi specifici. Vi è la VISCAR, IT provider posseduta da 5 piccole banche del territorio e a cui fornisce i servizi informatici e la Hercules, compagnia americana di dimensioni mondiali. Entrambi questi soggetti avviano e portano avanti una partnership che, lungi dall’essere sperequata, conviene ad entrambi. Per gli italiani, si tratta di superare il piccolo mondo antico della realtà veneta e per gli americani è l’ingresso nello sclerotico mondo bancario italiano che necessita di servizi che oggi definiremmo tout court di FINTECH.
Antonio, l’amministratore di VISCAR e Maddalena, sua insostituibile amica ci offrono in presa diretta le riffe e le raffe che si scatenano intorno a questo prestigioso progetto e che ne condizionano l’esito. Esito che dipende fortemente, ed è questo l’aspetto più sconvolgente, non tanto dall’assenso della grande corporation americana, quanto dalle dinamiche tutte interne ai protagonisti della vita aziendale della VISCAR.
Il sogno di Antonio diventa con lo scorrere dei capitoli il sogno della parte sana della piccola imprenditoria veneta e più in generale italiana. Quella che scommette la propria cultura,le competenza, e perché no anche i propri sentimenti nelle sfide manageriali che portano alla crescita e allo sviluppo delle imprese del capitalismo bonsai italiano.
Intorno ad Antonio, una pletora di personaggi con carriere che di prestigioso hanno solo la durata degli incarichi. E tutti che vogliono essere protagonisti più che altro per ritagliarsi le glorie del successo ma poco disposti a fare squadra e cooperare in vista di obiettivi comuni.
Nel racconto vi sono diverse citazioni, da Machiavelli a Olivetti, che ci aiutano a mo’ di segnaletica stradale, nel percorso della lettura, avvincente e ricca di colpi di scena. Aggiungerei Fantozzi, e non sembri una diminutio, per la drammatica assenza di un pur minimo insieme di valori condivisi, che sono alla base di qualsiasi intrapresa umana. A questa assenza fa da contrapposizione una governance di impresa fatta di capi e capetti se non addirittura di kapò. Costoro hanno la buona sorte di operare mettendosi di traverso solo per intralciare gli affari altrui. Una carrellata macchiettistica dei rappresentanti dell’industria e delle banche del territorio.
A questo punto potrei chiudere la mia recensione. E nel consigliare con calore la lettura di questo libro, potrei limitarmi a dire che le vicende ivi narrate sono la metafora del paese, del suo tessuto industriale e della cultura manageriale che lo sostiene. Cultura spesso incline a non fare autocritica e ad additare di volta in volta, l’euro, la BCE, i migranti quale causa dei propri insuccessi.
C’è qualcosa di più tuttavia che vorrei sottolineare ed è legato all’economia del dopo pandemia. Essiccati e svaniti ben presto tutti i pomposi inviti alla concordia, all’unità del paese dobbiamo pur guardare a quel che rimane dell’economia. Andrà tutto bene si dice, e ce lo auguriamo, e ripartiremo come prima. Ma siamo sicuri che prima andava tutto bene ? Questo accattivante romanzo ci dice probabilmente il contrario e ci mette in guardia dai profeti animati da buone intenzioni.
È uno pseudonimo. I racconti non sono mai frutto di un’unica fantasia né di una sola esperienza, ma nascono dall’unione di molte di esse. Il sogno di Antonio. Manuale sentimentale di management, è uno di questi casi. Per chi si cela sotto il nome di Eliane Cordà si tratta di opera prima.