Redazione
I rischi di riciclaggio negli Stati Uniti variano a seconda dello Stato. Sempre più spesso circolano sugli organi di stampa(1) notizie che riguardano le attività di alcuni Stati degli USA impegnati a fornire valide basi giuridiche alle istituzioni finanziarie che riconoscono la segretezza, e quindi, il segreto bancario ai propri clienti.
Nella valutazione del rischio geografico, i soggetti obbligati alla normativa AML, considerano in genere gli USA come un unico Paese.
Invece, gli istituti finanziari e gli altri obbligati AML farebbero bene a distinguere tra le singole giurisdizioni all’interno degli USA e, di conseguenza, valutare i rischi di integrità legati alle attività commerciali condotte dalla propria clientela.
A ben guardare non si tratta di una sorpresa; già nel 2020 gli USA erano al 2° posto – subito sotto le Isole Cayman – nella classifica della segretezza finanziaria Financial Secrecy Index elaborata dal Tax Justice Network(2).
I Pandora Papers
I Pandora Papers(3) pubblicati a ottobre 2021 dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) sono costituiti da oltre 11,9 milioni di documenti riservati appartenenti a 14 società di servizi offshore con sede in diversi paesi. I Pandora Papers seguono i Paradise Papers (2017) ed i Panama Papers (2016): documenti riservati che offrono uno spaccato su riciclaggio ed evasione fiscale e che coinvolgono non solo alcuni potenti del mondo ma anche molti sconosciuti. Dai Pandora Papers si evince il ruolo degli USA come primaria destinazione offshore a sé stante. Inquietante la scoperta della segretezza in alcune giurisdizioni americane e l’emergere del Paese come hub di denaro offshore.
Fra le scoperte eclatanti, la rivelazione che Abdullah II, re di Giordania ha utilizzato alcune shell companies (società di comodo) delle Isole Vergini britanniche per acquistare, tra le altre proprietà, una villa da USD 23mln in California. E questo, mentre gli Stati Uniti, erano impegnati in Giordania, con un piano di assistenza e sostegno di complessivi USD 1,5 mld di investimenti. Da un lato, l’America come maggiore fornitore di assistenza bilaterale della Giordania. E, dall’altro il fatto che una bella fetta di questo sostegno finanziario sia stato utilizzato per l’arricchimento personale – da parte di Abdullah II – attraverso aree offshore (alcune giurisdizioni americane) che, incredibilmente, si trovano nella stessa America.
La valutazione del Rischio Geografico
In base alla normativa antiriciclaggio, i soggetti obbligati sono tenuti, per ogni cliente, a valutare, registrare e aggiornare il rischio di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Nella valutazione del rischio, si deve tenere conto degli indicatori di rischio relativi a fattori quali, il tipo di:
- cliente,
- prodotto,
- servizio,
- transazione,
- canale di utilizzo e, naturalmente,
- anche i Paesi o le Aree Geografiche.
Il dilemma, Paesi o Aree Geografiche ad alto rischio?
In pratica, i soggetti obbligati AML controllano i propri clienti – e, per i clienti corporate, anche le persone fisiche coinvolte – in maniera continuativa e in fase di onboarding, remediation e review rispetto agli elenchi con i paesi ad alto rischio. Esempi di questi elenchi di Paesi sono quelli della Commissione europea(4) e del FATF/GAFI(5).
I soggetti obbligati AML possono essi stessi conservare gli Elenchi dei Paesi a rischio geografico aggiornandoli periodicamente o incidentalmente oppure possono acquistare gli Elenchi da un soggetto commerciale. In ogni caso, gli Elenchi devono essere sempre aggiornati in base a diverse fonti rilevanti che assicurano un costante flusso di informazioni; fra queste fonti, FATF, Commissione Europea, embarghi e sanzioni di ONU, UE, USA, Tax Justice Network, Financial Secrecy Index, Corruption perception Index, etc.
Gli elenchi si riferiscono quasi sempre ai Paesi nel loro insieme. È giusto chiedersi se questo metodo consenta ai soggetti obbligati di valutare correttamente i rischi geografici?
Bisogna sapere che la Costituzione degli Stati Uniti autorizza i governi statali a emanare leggi che non sono sotto il controllo del governo federale e su cui la Costituzione prevede che lo Stato (centrale) non abbia alcun controllo. Le leggi che i singoli Stati possono emanare riguardano l’istruzione, il diritto di famiglia, il diritto contrattuale, alcune parti del diritto penale nonché la legislazione finanziaria e fiscale.
I soggetti obbligati che considerano clienti, flussi di cassa o transazioni con e dagli Stati Uniti (come unico Paese) non sono in grado di valutare davvero i rischi specifici associati all’attività commerciale condotta con entità in alcuni singoli Stati degli USA. Gli stessi soggett obbligatii, corrono:
- un serio rischio di non conoscere a sufficienza il loro cliente e
- di venire coinvolti – loro malgrado – in situazioni di riciclaggio di denaro o evasione ed elusione fiscale attraverso le attività dei loro clienti.
D’altra parte, occorre riconoscere che la stragrande maggioranza degli Stati degli USA ha una solida legislazione antiriciclaggio. Nonostante questo, i Pandora Papers hanno scoperto numerosi trust(6) legati ad interessi stranieri nel Sud Dakota (81), in Florida (37), nel Delaware (35), in Texas (24) e nel Nevada (14). Sulla base dei Pandora Papers, i giornalisti investigativi hanno affermato che quasi 30 dei 206 trust con sede negli USA, e che in totale detengono beni e attività per un valore superiore a USD 1 mld, sono affiliati a persone e società straniere accusate di illeciti.
Da notare che gran parte di questi beni e attività sono stati trasferiti negli USA soltanto dopo che recenti modifiche legislative in altre giurisdizioni hanno represso con decisione le attività offshore.
Washington, leader globale nell’anticorruzione
Secondo Casey Michel (7), gli Stati Uniti (a livello federale, da Washington) sono ancora il leader mondiale nella lotta alla corruzione. Questo è affermato in base al Foreign Corrupt Practices Act e alla speciale task force del DOJ. Ma questo primato non sembra destinato a durare per molto. Infatti, in base al National Risk Assessment del 2018(8) le segnalazioni di rischio di abuso di persone giuridiche per nascondere un UBO criminale o una fonte di denaro illegale sono in aumento.
Ogni Stato americano stabilisce le proprie leggi finanziarie e fiscali. In particolare negli Stati più piccoli come Delaware, Nevada, Wyoming e South Dakota(9)(10)(11)(12)(13) si creano condizioni favorevoli per mascherare i beni di personaggi molto ricchi provenienti dall’Europa dell’Est. Questi Stati consentono infatti l’utilizzo legale di società di comodo (shell companies) e trust anonimi. È nata così una specie di “corsa al ribasso” tra gli Stati più piccoli per offrire quanto più anonimato possibile e attrarre così il maggior numero possibile di ricchezza. Questi Stati hanno beni (ottenuti illegalmente) collocati presso fornitori di servizi finanziari ed offrono servizi finanziari senza porsi troppe domande sull’identità del cliente o sull’origine dei beni.
Vi sono anche legislatori negli Stati Uniti che vogliono limitare la segretezza, ma l’attuazione di questa legislazione potrebbe richiedere del tempo(14).
I soggetti maggiormente attivi nel settore immobiliare, beni di lusso, arte e private equity fanno pressioni molto forti anche attraverso avvocati, contabili, uffici fiduciari per adeguare le normative a favore dei più ricchi. Includendo eccezioni all’obbligo di segnalare le operazioni insolite. Queste società sono diventate molto ricche negli ultimi decenni fornendo servizi a soggetti molto dubbi e, così, sono in grado di pagare rilevanti somme di denaro per influenzare la normativa corrente.
Il settore immobiliare occupava già da 20 anni una posizione eccezionale nella legislazione antiriciclaggio in America, per cui le persone coinvolte nell’affare immobiliare non potevano essere identificate(15), solo ora si cerca di fare qualcosa al riguardo. Le società immobiliari di Trump sono state anche coinvolte in modo dimostrabile negli investimenti di dittatori e soggetti ad elevato patrimonio provenienti da tutto il mondo(16).
Evasione fiscale con gli USA: il flusso di informazioni
Nell’ambito dell’evasione fiscale, il FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act, 2020) ha un ruolo primario ma non è esente da dubbi. L’America obbliga le istituzioni straniere soggette alle normative antiriciclaggio, attraverso le loro autorità fiscali nazionali – oppure attraverso altri canali – , a segnalare le attività, beni e capitali (ad esempio patrimoni depositati presso le banche) dei cittadini americani all’American Internal Revenue Service (IRS) che è che l’Autorità Fiscale USA.
La reciprocità del FATCA è sbilanciata. Infatti, gli Stati Uniti ricevono molte più informazioni dall’estero rispetto a quelle che i governi o le istituzioni estere ricevono dagli Stati Uniti. Succede quindi che le persone che vivono al di fuori degli Stati Uniti mantengano la loro ricchezza e il loro patrimonio in America dove, è protetta e al di fuori della portata di governi nazionali che vorrebbero imporre le tasse su questi beni. Inoltre, gli Stati Uniti restano uno dei pochi paesi sviluppati che non hanno adottato il Multilateral Common Reporting Standard (CRS) per lo scambio automatico di informazioni sui dati finanziari. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) descrive così la mancanza di aspirazione di riconoscimento da parte degli Stati Uniti: “la necessità che gli Stati Uniti raggiungano livelli equivalenti di scambio automatico di informazioni reciproche” e “l‘impegno politico a tendere all’adozione di regolamenti e legislazione per raggiungere tali livelli equivalenti di scambio automatico reciproco“.
Forse più che mai, i Pandora Papers evidenziano fino a che punto alcune giurisdizioni degli Stati Uniti siano diventate un attraente deposito di ricchezza proveniente dall’estero.
Questo sottolinea quanto debba essere quindi approfondita l’indagine di Adeguata Verifica della Clientela sul cliente o sulle transazione registrate con uno degli Stati suddetti (Delaware, Nevada, Wyoming, South Dakota, etc.). Va detto che a causa dell’indicatore di alto rischio, alcune istituzioni soggette all’antiriciclaggio richiedono continuamente documentazione aggiuntiva sulle persone fisiche (coinvolte nell’entità o transazione oggetto di monitoraggio) e fanno certificare la documentazione da un avvocato o notaio americani affidabili e scelti dall’istituzione stessa. Se questo metodo fornisce una sufficiente tranquillità per l’operazione dipende dalla propensione al rischio dell’istituzione stessa e, in parte dalle informazioni – come quelle qui riportate – sui diversi Stati degli USA.
Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
(1) International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ)
(1) ICIJ | Delaware is everywhere: how a little known tax-haven made the rules for corporate America
(1) ICIJ | Offshore Leak Database Search
(2) Tax Justice Network | Financial Secrecy Index
(3) ICIJ | Pandora Papers, October 2021
(4) European Commission | EU policy on high-risk third countries
(5) FATF-GAFI | Jurisdictions under Increased Monitoring – March 2022
(6) Forbes | The Pandora Papers Shed New Light On The U.S. As A Tax Haven – October 2021
(7) Casey Michel, giornalista investigativo e autore del libro “American Kleptocracy”
(8) USA Treasury Dept. | National Risk Assessment 2018
(8) USA Treasury Dept. | National Risk Assessments (ML, TF, PF) – March 2022
(8) USA Treasury Dept. | National Risk Assessment 2022 for Money Laundering
(9) Investopedia | Why Delaware is considered a Tax Shelter
(10) ICJI | The gatekeepers who help open America to oligarchs and scammers – 2022
(11) ICJI | The ‘cowboy cocktail’: How Wyoming became one of the world’s top tax havens – 2021
(13) CNBC | Here’s how states like South Dakota have become global tax havens – 2021
(14) ICJI | Lawmakers in US push to uncover riches shielded by state secrecy laws – 2022
(15) USA Federal Register | Anti-Money Laundering Regulations for Real Estate Transactions
(16) Global Witness | Trump’s Luxury Condo: A Congolese State Affair – 2019