di Andrea DANIELLI
Per chi si occupa di adeguata verifica della clientela il tema dell’identità del cliente è centrale: vi sono fenomeni di furto di identità, difficoltà nei controlli dei documenti, molti falsi positivi nelle verifiche effettuate in batch e, infine, procedure che tendono a mettere a disagio i clienti. L’adeguata verifica della clientela è stata a lungo un’attività di raccolta di materiali cartacei: fotocopie di carte d’identità, questionari stampati, copie di dichiarazioni dei redditi, tutti da conservare in un bel faldone e non proprio comodi da recuperare in caso di necessità.
La digitalizzazione ha portato naturalmente novità anche in questo ambito: vi sono oggi formulari da riempire sui siti, o sulle app, delle banche e delle fintech. I documenti di identità vengono fotografati dal cellulare e verificati da software avanzati in grado di confrontare la foto del documento di identità con il selfie effettuato dal cliente.
Non tutto però funziona per il meglio: secondo Signicat il 63% dei clienti abbandona le procedure di adeguata verifica perché le trova troppo lunghe o complesse (Digital Onboarding Playbook for Europe, 2021). Un’ampia fetta si lamenta poi del fatto che, dopo aver fornito le informazioni online, è necessario comunque rivolgersi alla filiale per terminare l’identificazione.
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