di Francesco Domenico ATTISANO
Emergenza globale difficile da prevedere ma vitale provare a gestire i potenziali effetti di eventi rischiosi – pandemici
PREMESSA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità nei primi giorni di febbraio ha denominato il coronavirus “COVID-19”.
Per la precisione, il direttore generale dell’OMS T.A.Ghebreyesus, in conferenza stampa ha dichiarato che “CO” sta per corona; “VI” per virus; e “D” per malattia; in tal modo, benché è riconosciuto a livello mondiale che il virus è scoppiato in Cina e si è diffuso principalmente nella popolazione cinese, la World Health Organization ha evitato di fare riferimento a un qualsivoglia luogo, gruppo di popolazione e animali, al fine di prevenire la diffusione di informazioni “imprecise o stigmatizzanti”.
Sempre l’OMS, almeno fino all’11 febbraio, ha classificato il COVID-19 epidemia di emergenza sanitaria globale (secondo il NY Times, l’OMS ha fatto questa dichiarazione solo 5 volte negli ultimi 15 anni), ma non ancora pandemia; inoltre un vaccino efficace è in fase di lavorazione, anche se non sarà pronto prima di 18 mesi.
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