Redazione
Un’inquietante calma ed un’assenza di comunicazioni ufficiali contraddistingue la ripresa delle trattative sulla Brexit. Le diplomazie sono troppo occupate a redigere testi e formulare compromessi accettabili per entrambe le parti. Le incertezze rimangono. Fino all’ultimo non è ancora chiaro come sarà la nuova relazione tra l’Europa ed il Regno Unito.
Una pessima notizia per quelle aziende che hanno rapporti commerciali con il Regno Unito. Molte di queste aziende stanno adottando un atteggiamento di attesa, nella speranza che cambi poco. Tuttavia, una cosa è certa, dal 1° gennaio 2021 molto cambierà, con o senza accordo commerciale. Anche il miglior accordo possibile risulterà in cambiamenti drastici nelle relazioni tra l’Europa ed il Regno Unito. Dichiarazioni doganali, protocolli di sicurezza, controlli normativi, compliance: tutta la scala procedurale di gestione dei confini si applicherà anche con un buon accordo. Il conto alla rovescia è iniziato, una strategia Brexit è di fondamentale importanza per garantire la continuità economica ed aziendale.
Purtroppo, sia in Europa che nel Regno Unito, solo una azienda su cinque si è preparata adeguatamente alla transizione. Ci saranno, ad esempio, sicuramente cambiamenti nelle normative doganali. Inoltre, la distribuzione delle merci verso e dal Regno Unito potrebbe essere gravemente ritardata dai controlli doganali alla frontiera. Ed un inasprimento delle normative possono rendere le relazioni commerciali con il Regno Unito ancora più complesse. Possiamo aspettarci un aumento della documentazione e dei permessi richiesti. Le formalità doganali potrebbero richiedere documentazione che un’azienda non ha immediatamente a disposizione. Una semplice modifica delle aliquote IVA può anche comportare una modifica sostanziale a processi e sistemi informatici. E tutto verrà affrontato con urgenza.
Qual è dunque lo stato attuale delle contrattazioni? Apparentemente il governo Inglese sembra propenso ad andare verso un “No-Deal“, ma nonostante lo stallo un accordo è ancora possibile, visto che l’alternativa è sicuramente impensabile.
Le difficoltà a trovare un accordo possono ritrovarsi nei modi di affrontare la questione. L’Unione Europea è di fatto basata su un sistema di regolamentazione multi istituzionale che opera attraverso il compromesso e il consenso. Dai continui processi di negoziazione, nessuno ottiene mai tutto ciò che desidera. Esattamente il contrario di un sistema politico antagonista come il Regno Unito, abituato a “chi vince prende tutto”.
Ma visti i tempi ristretti per concordare e ratificare un accordo, si possono ancora raggiungere importanti compromessi? O come alcuni analisti prevedono, la partita verrà rimandata, di fatto, a tempi migliori – post Covid-19? Vale anche la pena notare che i negoziati con l’UE non cesseranno al termine del periodo di transizione. L’accordo, se ratificato o meno, costituisce solamente la base di una relazione futura che verrà modificata negli anni a venire.
Finora, abbiamo avuto la tendenza a vedere la Brexit solo come accordo o mancanza di accordo. Ma chiaramente, non è così: un interruzione delle trattative lascia comunque la porta aperta a sforzi futuri per affrontare gli interessi di ciascuna parte. Vale la pena considerare anche un altro aspetto, il problema della ratifica: cosa succede se c’è un accordo, ma la ratifica non può essere completata in tempo ossia entro il 31 dicembre p.v.?
Nonostante il periodo di transizione termini definitivamente il 31 Dicembre 2020, non esiste di fatto un limite di tempo per il mandato negoziale di entrambe le parti. Ovviamente entrambe le parti si impegnano a rispettare la scadenza, per passare senza interruzioni da un accordo all’altro, ma un gap potrebbe essere possibile e più ci si avvicina alla scadenza anche probabile. Il gap potrebbe essere breve o lungo. Nel caso di interruzione breve, il rapido arrivo del momento della formalizzazione del nuovo accordo farebbe “dimenticare” a tutti la mancanza di copertura legislativa e, di fatto, continuare le relazioni come pre-Brexit fino a ratificazione avvenuta. Nel caso di un gap lungo fra i due accordi, questo metterebbe in luce le conseguenze del mancato accordo e quindi spingerebbe le parti comunque verso un compromesso accettabile.
Non trascuriamo poi che la pandemia da Covid-19 complica ulteriormente il passaggio alla Brexit. L’economia affronta la Brexit nelle condizioni peggiori, partendo da un periodo di incertezze, disoccupazione, riduzione di consumi che possono innescare l’inizio di una nuova recessione. Le aziende europee si trovano davanti una tripla minaccia: Coronavirus, lockdown, ed una transizione disordinata della Brexit. I governi hanno bisogno di un nuovo programma di politica economica alternativo per affrontare una Brexit in piena Pandemia Covid-19.
Covid-19 renderà più difficile il processo di ricollocazione dei lavoratori. Le aziende saranno meno disposte ad espandere la produzione durante la pandemia. Il distanziamento obbligato e il rischio di un lockdown parziale o totale scoraggeranno alcune aziende dall’assumere nuovo personale a tempo indeterminato.
Se la seconda ondata di Covid-19 si estenderà nel nuovo anno, il volume degli scambi con il Regno Unito potrebbe ridursi drasticamente, dopo essersi timidamente ripreso dalla prima ondata. Un minor numero di merci in circolazione dovrebbe compensare le difficoltà iniziali dei controlli doganali e rendere la circolazione più spedita. Un sospiro di sollievo per le politiche dei vari governi impegnati sul fronte Covid-19. Ma è una calma solo apparentemente, con la ripresa dell’economia i problemi salteranno fuori nuovamente in tutta la loro forza. Arrivare preparati alla Brexit è dunque un passo necessario non solo per i governi ma soprattutto per le aziende.
L’attenzione e le pianificazioni economiche sono ora tutte incentrate a superare le conseguenze della pandemia da Covid-19, sottovalutando se non tralasciando le conseguenze da Brexit. La la pandemia finirà o con un vaccino o diventando endemica e l’economia riprenderà (con il giusto sostegno dei governi). Ma le conseguenze della Brexit rimarranno ancora a lungo…