Le banche nascondono temporaneamente i debiti per ottimizzare fiscalmente i profitti e le perdite? oppure per ottemperare alla reportistica regolamentare di Basilea? Qualche sorpresa, ha suscitato nei giorni scorsi la Relazione Economica Annuale 2018 (commento sulla situazione economica mondiale) della BIS (BRI, Banca dei Regolamenti Internazionali) per quanto riportato nel capitolo sul settore finanziario.
L’analisi della BIS evidenzia il ricorso, da parte dei gruppi bancari globali, ai contratti Pronti contro Termine (PcT) in corrispondenza delle date di segnalazione periodica di fine trimestre e/o fine anno per mantenere gli indici di indebitamento nei limiti dettati dalla vigilanza.
In questo modo gli indici a leva finanziaria assumono valori più bassi al momento delle segnalazioni – quando le banche ne hanno bisogno – e aumentano di valore all’inizio del trimestre successivo.
Si tratta di un artificio contabile simile a quello utilizzato da Lehman Brothers che dissimulava debiti e perdite attraverso arditi contratti PcT prima di finire travolta dal fallimento del 2008.
I dati pubblici dei mercati di PcT confermano l’entità e la ciclicità del fenomeno – grafico III.A dell’allegato III – che assume un valore significativo soprattutto per le banche europee.
La pratica di adeguare i bilanci in corrispondenza delle date di segnalazione periodiche è definita window-dressing e dipende, nel caso dell’indice di leva finanziaria Basilea 3, dalle modalità di calcolo dell’indice definite dalle autorità di vigilanza: per l’area euro l’indice si basa sui dati di fine trimestre; per USA e GB l’indice è calcolato sulla base delle medie giornaliere nel corso del trimestre. Da notare che a fine anno, la fiscalità può essere un ulteriore incentivo a comprimere le esposizioni.
I rischi legati all’utilizzo dei PcT per manipolare temporaneamente gli impieghi e l’indebitamento sono: la ridotta bontà prudenziale degli indici di leva finanziaria che potrebbero ottemperare alla normativa per le segnalazioni di vigilanza soltanto a fine trimestre; l’effetto negativo per la stabilità finanziaria; il blocco dell’attuazione della politica monetaria; l’ostacolo all’accesso ai mercati per le banche che ne abbiano davvero bisogno.
Secondo la BIS il mercato delle operazioni PcT per le banche dell’area euro è notevolmente aumentato a partire dal 2015, quando sono iniziate le segnalazioni per gli indici di leva finanziaria, passando da USD 35 mld a USD 145 mld a fine 2017.
La Relazione Economica Annuale della BIS, che è la banca centrale delle banche centrali e promuove la cooperazione tra le stesse, non mancherà di far sentire i suoi effetti nel corso dei prossimi mesi.
Fin da ora, ha promosso l’adozione di standard normativi più restrittivi in tutte le giurisdizioni per superare il disallineamento prudenziale fra Paesi area euro e non. Le opzioni includono l’introduzione delle medie del periodo, il rafforzamento delle risposte di vigilanza, la comunicazione di entrambi gli indicatori.
Pubblichiamo qui sotto l’elenco degli standard di Basilea 3 e l’anno di piena applicazione nonché tutti i capitoli -in Italiano – della Relazione Economica Annuale 2018 di Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI)
III. Il settore finanziario: adeguamento post-crisi e criticità, consultare questo link
TUTTA la Relazione economica annuale 2018, consultare i link sottoriportati
I. Accelerazione dell’espansione: andare oltre il breve termine
II. Politica monetaria: un sentiero stretto verso la normalizzazione
IV. Migliorare gli assetti macroprudenziali
V. Criptovalute: al di là del fenomeno alla moda
Ivo Invernizzi Replica
Articolo molto interessante. e’ tuttavia da osservare che BCE per il tramite di Banca d’Italia controlla strettamente in modo meticoloso numero e importi delle segnalazioni in PCT giornalmente. Qualora una banca segnali un numero di operazioni significativamente al di sopra o al di sotto della media trimestrale e/o mensile, la Banca è tenuta a dare giustificazione scritta.