La Tassonomia ambientale Europea è la norma fondante delle strategie e politiche europee volte a rendere l’Europa un continente “climate – neutral”.
Nel precedente articolo(1) in materia, ho trattato cosa sia la Tassonomia EU, il suo funzionamento, ed i riferimenti normativi. Nel presente contributo si intende invece focalizzare l’attenzione su come utilizzare la Tassonomia in azienda e sugli obblighi di disclosure collegati alla norma, sia per gli operatori del mercato finanziario che per le imprese.
Perché le imprese devono utilizzare la Tassonomia?
Le imprese dovrebbero iniziare ad utilizzare la Tassonomia per diversi motivi sia regolamentari che di opportunità:
In primis, le imprese di maggiori dimensioni, soggette a CSRD, dovranno classificare le attività in base alla Tassonomia per poter fornire disclosure al mercato in merito alla quota di attività ecosostenibile. Anche le imprese più piccole e PMI, seppur non soggette a disclosure obbligatoria, possono analizzare le loro attività secondo la Tassonomia, ad esempio per reporting di sostenibilità volontari.
Sicuramente le banche, investitori e operatori finanziari in genere sono chiamate a veicolare capitali verso imprese o singole attività di impresa eco sostenibili e cioè allineate alla Tassonomia: l’allineamento tassonomico racchiude quindi un’opportunità per le imprese di ogni genere e grado che intendo accedere o accedere in modo più vantaggioso al mercato dei capitali e del credito.
Come le imprese possono utilizzare la Tassonomia
Un utilissimo riferimento per comprendere come utilizzare la Tassonomia è la “Taxonomy User Guide.(2) La Guida propone un approccio pratico all’utilizzo degli strumenti predisposti dalla Commissione che si suddivide in 4 step:
- Identificare le attività di impresa che sono coperte dalla Tassonomia;
- Analizzare se tali attività siano coerenti con i criteri di vaglio tecnico;
- Valutare se le attività siano condotte in conformità con i criteri di salvaguardia minimi;
- Applicare le norme di disclosure previste per informare gli stakeholder ed i mercati in merito al percorso di transizione verso l’economia sostenibile.
STEP 1: Identificare le attività che sono coperte dalla Tassonomia
Il primo step che le imprese devono attuare consiste nell’identificare le attività di impresa, i progetti o le filiere che risultano potenzialmente idonee ad essere considerate ecosostenibili, tramite un confronto con l’elenco delle attività previste dagli atti delegati (utile a tal fine il tool web messo a disposizione dalla Comunità Europea c.d. Taxonomy Compass)(3).
Le attività che rientrano tra elencate dalla Tassonomia sono dette idonee (“eligible”) in quanto sono potenzialmente idonee ad essere allineate.
STEP2: Analizzare se tali attività sono coerenti con i criteri di vaglio tecnico
Le attività eligible che, rispondono ai criteri previsti dalla norma, saranno effettivamente allineate (“aligned”) e quindi saranno ecosostenibili.
I successivi step (2 e 3) fanno quindi riferimento all’analisi delle peculiarità dell’attività idonea.
Lo step 2 valuta la conformità, delle attività “eligible” ai criteri di vaglio tecnico, descritti negli atti delegati.
I criteri di vaglio tecnico, sono un elenco di caratteristiche tecniche, sovente anche molto dettagliate, a cui l’attività deve rispondere per poter essere considerata “aligned”; essi si suddividono tra criteri per misurare il “contributo sostanziale” e criteri di “non arrecare danno rilevante”.
STEP 3: Valutare se le attività sono condotte in conformità con i criteri di salvaguardia minimi
L’ultimo step di analisi è volto a considerare se l’attività di impresa, il progetto o la filiera sia allineata ai c.d. criteri minimi di salvaguardia. L’impresa deve cioè aver adottato un framework compliant con gli standard previsti dalla normativa per tale aspetto, approvando e attuando politiche, procedure, sistemi di controllo e monitoraggio degli impatti sui diritti umani delle comunità e degli stakeholder.
STEP 4: Applicare le norme di disclosure previste per il tipo di azienda
L’ultimo elemento da considerare si riferisce alla disclosure sui risultati di sostenibilità.
L’impresa deve fornire al mercato un oggettivo riscontro sulla ecosostenibilità della singola attività (o del portafoglio di attività) e/o sul percorso che l’impresa sta portando avanti per raggiungere l’ecosostenibilità.
La disclosure richiesta dalla norma consiste in una serie di KPI previsti dal Disclosures Delegated Act(4), che devono essere inclusi nelle dichiarazioni non finanziarie CSRD compliant.
Per le imprese (non finanziarie) sono previsti i seguenti KPI:
- Turnover KPI: Che rappresenta la parte dei ricavi derivanti da prodotti o servizi allineati alla tassonomia; è calcolato come il rapporto tra i ricavi derivanti da attività allineate alla Tassonomia inclusi intangibles (numeratore) e il totale dei ricavi netti (denominatore).
- CapEx KPI: Che rappresenta la parte degli investimenti di una attività:
- che risulta allineata alla tassonomia;
- o che sulla base di un piano credibile (con un roll-up nel medio termine i.e. 5 anni) sono tese a raggiungere l’allineamento di una attività idonea
- o che sono relative all’acquisto, da attività allineate alla tassonomia, di servizi o prodotti volti a rendere l’attività allineata, (ammesso che vengano attuate entro 18 mesi)
- OpEx KPI: Che rappresenta la parte delle spese correnti collegate alle attività allineate o ai piani di investimento per l’allineamento alla Tassonomia. (i.e. spese di manutenzione ordinaria degli asset connessi all’attività allineata, ricerca e sviluppo, formazione del personale, ecc.)
Come e perché le imprese finanziare utilizzano la Tassonomia
Della centralità del mercato finanziario nella politica di transizione comunitaria, si è già detto nel precedente articolo, la conseguenza che si intravede è che le imprese finanziarie a breve verranno «giudicate» dal mercato e dalla clientelaanche per la loro performance di sostenibilità che sarà misurata proprio tramite KPIs di Tassonomia. Anche il Regolatore si prevede introdurrà requisiti prudenziali collegati al livello di allineamento dei portafogli alla tassonomia; ne consegue che l’utilizzo della Tassonomia, da parte delle imprese finanziarie, assuma un carattere mandatorio ed in qualche modo anche maggiormente stringente che per le imprese dell’economia reale.
Volendo quindi proporre, anche in questo caso, un approccio pratico all’utilizzo della Tassonomia, potremmo suddividerlo in 3 step:
- Definire un obiettivo strategico di performance ESG misurato tramite gli indicatori previsti dalla normativa (ad esempio in termini di GAR);
- Definire una strategia aziendale per migliorare gli indicatori;
- Fornire la disclosure prevista al mercato e alla Vigilanza.
STEP 1: Definire gli obiettivi strategici misurandoli tramite i KPI Tassonomici
I piani di sostenibilità, le strategie e le azioni previste devono essere declinati nell’ottica di consentire, a tendere, non già un generico posizionamento sui temi di sostenibilità (come molte volte ancora si nota) ma, più opportunamente un miglioramento delle misure tassonomiche cioè dei KPI previsti dalla normativa.
Gli indicatori tassonomici devono diventare, infatti , “la Misura” della performance ESG e devono quindi assumere valenza in ottica gestionale e di risk governance.
STEP 2: Definire una strategia aziendale per migliorare i KPI Tassonomici
Definiti gli obiettivi, le imprese finanziarie dovranno attuare delle strategie per raggiungerli nell’ottica di traguardare in modo efficiente il livello di performance tassonomica fissato come obiettivo. Le strategie potrebbero essere declinate:
- A livello settoriale: analisi dei settori verso cui si è esposti; definizione di strategie positive e/o negative anche sulla base dei settori con maggior potenziale di contribuzione;
- A livello di clientela e/o investee company: Analisi delle controparti di rilievo e/o che hanno avviato un percorso di allineamento; strategie specifiche di investimento e finanziamento; engagement e supporto nel percorso di allineamento alla Tassonomia delle controparti.
- A livello di prodotto: sviluppo di prodotti aligned by design individuando attività economiche a forte contribuzione o che possono essere classificate come aligned a prescindere dal settore di appartenenza della società.
STEP 3: Fornire disclosure al mercato delle performance raggiunte
I KPI previsti nel Disclosures Delegated Act(4) sono diversi in funzione della tipologia di operatore finanziario, di seguito forniamo una sintetica rassegna delle previsioni.
Disclosure per le Banche
Per le banche il principale KPI è il Green Asset Ratio (GAR) che rappresenta la parte di esposizioni verso attività allineate alla Tassonomia. Nell’ insieme gli istituti di credito devono fornire disclosure sui seguenti KPI:
- GAR for on balance sheet assets: che rappresenta la quota di finanziamenti e investimenti (crediti, obbligazioni, azioni e garanzie eseguite) in attività allineate alla Tassonomia rispetto al totale dei finanziamenti e investimenti erogati.
- GAR for off-balance sheet exposures: che rappresenta la quota di garanzie prestate ad attività allineate alla Tassonomia rispetto al totale delle garanzie.
- GAR for asset under management: che rappresenta la proporzione di AUM (azioni, obbligazioni, titoli, immobili, ecc.) da attività allineate alla Tassonomia rispetto al totale dell’AUM.
- GAR for trading portfolio: principali settori verso cui il portafoglio di trading della Banca è esposto nel tempo rispetto ai settori eligible previsti dalla Tassonomia
- Fees and commission income: che rappresenta la quota di commissioni e di ricavi per servizi (diversi da prestiti e asset management) resi ad attività allineate alla Tassonomia rispetto al totale delle fees e commissioni.
Si segnala come rilevante che l’adeguamento della CRR prevede inoltre l’aggiornamento della disclosure Pillar 3 per Banche introducendo, in riferimento alla gestione dei rischi ESG, anche il Banking Book Taxonomy Aligned Ratio (BTAR) che differisce dal GAR, in quando il numeratore include anche le esposizioni allineate alla tassonomia verso le PMI.
Disclosure per Asset manager
Gli Asset managers devono assolvere ad una duplice forma di disclosure:
- Una a livello di entity che deve rispondere ai requisiti del Disclosures Delegated Act
- Una a livello di prodotto che deve rispondere ai requisiti del SFDR
A livello di entità è richiesto di fornire disclosure, nell’ambito del proprio reporting non finanziario, in merito ad una serie di aspetti di governo dei fattori e dei rischi di sostenibilità nonché su quanta parte degli investimenti sia allineata alla tassonomia rispetto al totale dell’ AUM tramite il GAR for asset managers.
La disclosure a livello di prodotto ricade sotto la normativa SFDR che, in estrema sintesi, richiede informazioni nelle informative pre-contrattuali sugli obiettivi di allineamento degli investimenti relativi al prodotto (la quota minima di investimenti allineati) e nei reports periodici relativamente alla proporzione di attivi allineati alla Tassonomia.
Compagnie di assicurazione e riassicurazione
Per le compagnie di assicurazione e riassicurazione sono previsti i seguenti KPI; la proporzione di attivi investiti in attività allineate alla Tassonomia rispetto al totale degli attivi della Compagnia; la proporzione di premi lordi di competenza relativi a polizze danni collegate agli obiettivi di adattamento climatico.
Conclusioni
Il framework normativo e metodologico proposto dal Regolamento Tassonomia e dai citati atti normativi ad esso collegati, si candida a diventare un elemento fondate di tutta la finanza sostenibile europea con impatti anche sulle imprese non EU che intendono operare nel continente.
La conoscenza della norma e delle sue logiche diventerà un passaggio imprescindibile per i soggetti obbligati ma anche per tutti i soggetti (i.e. le PMI) che, pur non essendo obbligati, hanno necessità di misurare il proprio percorso strategico verso la sostenibilità per accedere al mercato dei capitali e alle opportunità dei nuovi prodotti di finanza sostenibile.
LEGGI QUI l’articolo precedente 1/2, Tassonomia EU: Una guida alla lettura e all’utilizzo
Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
(1) S. Savioli (2024), Tassonomia EU: Una guida alla lettura e all’utilizzo – Risk & Compliance Platform Europe; www.riskcompliance.it
(2) Taxonomy User Guide, A User Guide to navigate the EU Taxonomy for Sustainable Activities, June 2023
(4) Disclosures Delegated Act (UE) 2021/2178 della Commissione