Riciclaggio e corruzione rappresentano due fenomeni in grado di alterare l’economia ed il mercato, influire sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e, nei casi di maggior rilievo, rappresentare una vera minaccia ai valori democratici.
Entrambi i reati si sono evoluti nel tempo tendendo sempre di più a svolgersi oltre i confini nazionali, sfruttando arbitraggi normativi e/o opacità nelle legislazioni nazionali(1).
Da un punto di vista fenomenologico, la combinazione di queste due forme di white collar crimes è particolarmente frequente e oggi rappresenta lo strumento che consente alla criminalità organizzata di occupare ed alterare interi cicli economici in aree territoriali sempre più estese.
Non a caso, chi di recente ha inteso rappresentare geometricamente la posizione assunta dai criminal networks(2) lo ha fatto collocandoli al vertice alto di un triangolo che vede agli angoli opposti della base l’amministrazione pubblica e l’economia, vale a dire – nella prospettiva patologica –:
- la corruzione come metodo di infiltrazione e,
- il riciclaggio come anello di congiunzione tra mercato e crimine(3).
Appare utile a questo scopo analizzare come la normativa AML abbia sempre di più ingaggiato “operatori non finanziari” con il fine ultimo di prevedere nuove e più efficaci misure di contrasto al riciclaggio.
Il sistema di prevenzione del riciclaggio esiste in Italia dal 1991 ed è andato evolvendosi sulla base delle varie direttive comunitarie e degli standard internazionali del GAFI(4), prevedendo sempre un maggiore coinvolgimento degli operatori finanziari e non finanziari che a vario titolo intervengono nei processi di custodia e trasferimento di beni e valori e rappresentano la prima linea di difesa in tema AML.
Il sistema normativo per la prevenzione della corruzione è invece molto più recente, le legge n. 190/2012 ha introdotto l’obbligo per tutte le istituzioni pubbliche di adottare i c.d. piani anticorruzione nonché di prevedere apposite tutele per i dipendenti pubblici che segnalino eventuali illeciti (c.d. whistleblowing).
Entrambe le normative pongono enfasi sul concetto di analisi e valutazione dei rischi, nel mondo AML si parla di risk assessment e approccio basato sul rischio mentre nel mondo pubblico è prevista la “mappatura” dei rischi secondo un principio programmatico.
Diverse sono anche le autorità che con finalità e poteri diversi sono state istituite per supportare gli operatori pubblici e privati nei propri adempimenti e per intervenire nel caso di situazioni di particolare gravità; quindi, se nel mondo antiriciclaggio vi è una collaborazione tra Ministero Economia e delle Finanze, Comitato di sicurezza finanziaria e Unità di informazione finanziaria (Banca d’Italia), nel mondo della corruzione è fondamentale il ruolo dell’ANAC(5) istituita nel 2014 tramite trasformazione di un precedente organismo pubblico.
Naturalmente esistono anche gruppi di lavoro ed istituzioni sovranazionali, proprio in virtù delle dimensioni transnazionali che assume il fenomeno e che hanno il compito di monitorare l’evoluzione normativa dei vari paesi, valutare gli specifici rischi di infiltrazione di fenomeni corruttivi e di riciclaggio sia a livello UE che extra UE; a titolo di esempio possiamo mappare i principali attori suddivisi per obiettivo:
Appare dunque interessante capire, sulla base dei vari report pubblicati da tali organismi, quale sia la situazione del nostro paese.
Nell’ultimo report dell’OECD del 2022(6), il gruppo di lavoro ha riscontrato notevoli progressi da parte del sistema Italia sul contrasto alla corruzione ed ha individuato come best practice l’istituzione presso la procura di Milano dell’unità specializzata incaricata del contrasto alla corruzione internazionale(7) e ad altri reati, pur suggerendo che un maggior “effort” lato risorse umane e una più accentuata digitalizzazione del sistema giudiziario possano ridurre in modo sostanziale i ritardi nei procedimenti per corruzione che da tempo affliggono il sistema giudiziario italiano.
Il report individua anche specifiche raccomandazioni sul versante del contrasto al riciclaggio:
Spostandoci invece sul fronte delle segnalazioni di operazioni sospette, quali sono i dati che ci permettono di capire la consapevolezza del “sistema pubblico” sul tema?
Analizzando i Quaderni dell’Antiriciclaggio periodicamente pubblicati dalla UIF(8), è possibile analizzare sin dal 2016 l’evoluzione del contributo della PA nell’ambito della c.d. collaborazione attiva ossia nell’individuazione e inoltro alla UIF delle Segnalazioni di operazioni sospette.
I dati naturalmente, come sottolineato in più sedi, mostrano ancora un “tiepido” contributo del mondo PA sul tema ma occorre valutare positivamente l’incremento sostanziale delle SOS nell’ultimo anno, con una crescita che ha segnato un +230% rispetto al 2022 (414 segnalazioni nel 2023 Vs. 170 nel 2022), giova rilevare però che la UIF ha espressamente indicato che per le SOS originate dalla PA sia stata rilevata una forte concentrazione delle segnalazioni in capo a un numero ridotto di amministrazioni pubbliche che esercitano funzioni a livello nazionale.
Anche in considerazione dei fondi del PNRR e degli inevitabili interessi della criminalità a fronte delle numerose misure previste dal piano nazionale e dai fondi europei, sarebbe auspicabile una sempre maggiore “consapevolezza” e collaborazione attiva da parte di tutti gli attori della PA che detengono un patrimonio informativo unico rispetto anche ai classici soggetti obbligati (Banche, Poste Italiane ed altri intermediari finanziari).
Per un maggiore focus sul mondo PA è possibile fare riferimento al Quaderno Antiriciclaggio – Le Pubbliche amministrazioni nel sistema di prevenzione del riciclaggio(9), da tale rapporto oltre ad una distribuzione geografica dei soggetti iscritti e di quelli attivi sul portale Infostat UIF(10), è possibile desumere le più ricorrenti categorie di segnalanti
Distribuzione geografica PA iscritte
Distribuzione geografica PA attive
Dai dati, anche se risalenti al 2022 si evince come diversi uffici della PA siano regolarmente iscritti al portale ma non abbiano mai inoltrato una segnalazione, analizzando invece le segnalazioni provenienti da uffici non centrali, si evidenzia come le diverse tipologie di origine delle segnalazioni varino in base all’ente e d alle caratteristiche dello stesso.
Non sorprende quindi che sospetti sui finanziamenti pubblici siano prevalentemente intercettati dalle finanziarie regionali e che le Camere di commercio individuino maggiormente operatività sospette nel mondo delle start up innovative.
Nonostante questi dati, la mole di informazioni in possesso delle PA potrebbe sicuramente portare un maggiore apporto al sistema di prevenzione del riciclaggio e della corruzione nel nostro paese, pertanto appare utile capire quali siano le attività già poste in essere e quelle possibili per ingaggiare con sempre maggiore consapevolezza ed efficacia l’ampio mondo della PA.
Tra le best practice nel nostro paese merita una menzione sicuramente la Comunità di Pratica dei RPCT – Responsabili della prevenzione della corruzione e trasparenza realizzata dalla SNA quale strumento per la condivisione e lo scambio di esperienze tra pari, apprendimento collaborativo e disseminazione di conoscenza.
La comunità è stata realizzata in ottemperanza alle indicazioni contenute nel PNRR, si tratta di un’iniziativa multilaterale che vede uniti governi e società civile per l’adozione di politiche pubbliche improntate alla trasparenza, alla partecipazione, alla lotta alla corruzione, all’accountability e all’innovazione della pubblica amministrazione.
Interessante sotto il duplice profilo AML/anticorruzione l’incontro tenutosi a marzo 2024 sul tema “I doveri antiriciclaggio della PA. Un’analisi empirica dei fattori abilitanti svolta nell’ambito della Comunità di Pratica RPCT(11)”. Il lavoro ha visto il coinvolgimento della UIF e della SNA(12) (Scuola nazionale dell’Amministrazione) e l’analisi delle informazioni fornite da n. 23 Gestori di pubbliche amministrazioni così distribuite:
I fattori abilitanti emersi a valle dello studio, pongono l’accento sulle seguenti qualità che appaiono indispensabili per una consapevole ed efficace azione di contrasto al riciclaggio:
- competenze, per lo svolgimento dei compiti connessi alla prevenzione del riciclaggio;
- consapevolezza dei rischi generati dalle operazioni di riciclaggio e dell’importanza di prevenire il fenomeno;
- capacità di controllo, per rilevare e/o verificare l’esistenza di eventuali anomalie nei soggetti destinatari dei propri procedimenti, oppure nelle attività (“operazioni”) messe in atto da tali soggetti;
- predisposizione al dialogo, allo scambio di informazioni e alla collaborazione con il Gestore;
- assunzione di responsabilità sia all’interno (rispetto dei ruoli e delle procedure) che all’esterno (accountability).
D’altro canto, risultano percepite come carenti la disponibilità di soluzioni tecnologiche dedicate, la partecipazione a reti, tavoli di lavoro, coordinamenti che coinvolgono istituzioni e amministrazioni nonché la sensibilità agli input provenienti dal contesto esterno.
Gli sviluppi ulteriori sicuramente prevederanno ulteriori momenti di confronto con l’Autorità di Vigilanza e l’adozione anche di misure tecnologiche in grado di intercettare in maniera tempestiva determinate tipologie di alert laddove sia possibile automatizzarli (come già tra l’altro avviene per gli intermediari finanziari da diversi anni).
A mio avviso resta comunque importantissimo intervenire sul capitale umano, sulla sensibilità e sul ribaltamento del paradigma per cui la normativa AML sia “troppo” spesso percepita come un mero adempimento burocratico, come affermato dal magistrato Giovanni Tartaglia Polcini “La mafia contemporanea, silente e mercatista, non è meno pericolosa di quella violenta, soprattutto in tempi di crisi”, pertanto è necessario mettere in campo tutte le risorse, tecnologiche, economiche e umane per intercettare tali fenomeni e salvaguardare l’economia sana del sistema paese.
Le opinioni espresse e le conclusioni sono attribuibili esclusivamente all’Autore e non impegnano in alcun modo la responsabilità di ICCREA BANCA.
Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
(1) I. Borrello (2017), I presidi antiriciclaggio e il contrasto alla corruzione. L’esperienza dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, Argomenti | Università di Urbino
(2) G. Tartaglia Polcini (2020), La corruzione “liquida”, Il diritto penale della globalizzazione | Pacini Giuridica
(3) M. Naddeo (2021), Anticorruzione e antiriciclaggio: criminal networks e modelli di prevenzione a confronto, Annali | Università di Camerino
(4) Costituito nel 1989 in occasione del G7 di Parigi, il Gruppo d’azione finanziaria Internazionale (Gafi) Financial Action Task Force (Fatf) è un organismo intergovernativo che ha per scopo l’elaborazione e lo sviluppo di strategie di lotta al riciclaggio dei capitali di origine illecita e, dal 2001, anche di prevenzione del finanziamento al terrorismo. Nel 2008, il mandato del Gafi è stato esteso anche al contrasto del finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa.
(5) L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nasce dalla trasformazione di un altro organismo pubblico, ossia la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT), creata nel 2009 (art. 13 del D.Lgs. n. 150/2009). Al cambio di denominazione in ANAC (art. 5, D.L. 101/2013) si è aggiunta una ridefinizione delle funzioni (articolo 19 del decreto-legge n. 90/2014), con l’obiettivo principale di concentrare la missione istituzionale dell’Autorità sui compiti relativi alla garanzia della trasparenza e alla prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni.
(6) (2022), Implementing the OECD Anti-Bribery Convention in Italy: Phase 4 Report, OECD
(7) (2017), Procura Milano, nuovi dipartimenti e un unico pool contro corruzione e reati economici. Ma carenza personale, Il Fatto Quotidiano
(8) Quaderni dell’antiriciclaggio, UIF – Banca d’Italia
(9) Quaderni dell’antiriciclaggio, nr. 19 | Settembre/2022, Le Pubbliche amministrazioni nel sistema di prevenzione del riciclaggio, Quaderno Completo pubblicato solo in Inglese, UIF Banca d’Italia
(10) La piattaforma per la raccolta delle informazioni INFOSTAT è un sistema informatico progettato per offrire supporto alle attività di predisposizione e trasmissione delle segnalazioni destinate alla Banca d’Italia nonché alla diffusione di flussi informativi di ritorno prodotti dalla Banca con le informazioni raccolte.
(11) AA.VV. (2023), I doveri antiriciclaggio della PA – SNA
(12) La Scuola Nazionale dell’Amministrazione – SNA, fondata nel 1957 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è l’istituzione deputata a selezionare, reclutare e formare i funzionari e i dirigenti della Pubblica Amministrazione italiana