OCSE rapporto shell eni

Corruzione Internazionale: l’OCSE chiede all’Italia un passo in più

21 ottobre 2022

Redazione

Come si dimostra la corruzione internazionale? È diventato praticamente quasi impossibile.  Questa è un amara constatazione a seguito del rapporto OCSE pubblicato lo scorso 13 ottobre.(1)

L’OCSE è l’Organizzazione a cui aderiscono i Paesi Sviluppati del mondo e conduce, fra l’altro, studi economici per i Paesi membri. Oggi aderiscono all’OCSE 38 Paesi, Italia compresa.

Il report OCSE sulla lotta alla corruzione internazionale in Italia – pubblicato in questi giorni – dipinge un quadro in chiaro-scuro e, soprattutto, è molto critico sul modo in cui i giudici italiani considerano le prove nei procedimenti penali internazionali.(2) Tuttavia, si riconoscono e si apprezzano gli sforzi italiani e gli adeguamenti legislativi per combattere la corruzione internazionale ma si evidenzia anche come tanti, tantissimi procedimenti vengano archiviati o gli imputati siano prosciolti.

Fra gli esempi di corruzione all’estero riportati nell’Allegato 1 – e già definitivi – viene esaminato il caso del giacimento petrolifero OPL 245 in Nigeria che ha visto il coinvolgimento di ENI e SHELL.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) è molto critica nei confronti dei metodi usati dai giudici Italiani nel processo sulla corruzione contro le compagnie petrolifere Shell ed ENI in merito all’acquisto di un vasto giacimento petrolifero in Nigeria. L’OCSE è “estremamente preoccupata” per come i giudici hanno gestito le prove a sostegno nel caso di corruzione, che si è poi concluso l’anno scorso con la piena assoluzione di tutti gli imputati.

L’OCSE è un Think Tank di 38 Paesi che, una volta l’anno, valuta se i paesi membri rispettano il Trattato OCSE sull’Anticorruzione. L’Italia non esce indenne dalla relazione appena pubblicata. Fra i 44 Paesi del Gruppo di Lavoro sulla Corruzione, l’Italia con 59 mln di abitanti è 6a in ordine di PIL globale e, a livello commerciale, è 8a in termini di esportazione di prodotti e servizi – nel 2019 -.

Le cause legali sui casi di corruzione in un paese straniero si basano fortemente sulle prove raccolte a sostegno. Nel caso dei giacimenti petroliferi nigeriani, l’OCSE ha rilevato un “modello inquietante“.

  1. Ogni singola prova raccolta a sostegno della corruzione è stata respinta dai giudici ogni volta che era disponibile una spiegazione alternativa. Così, secondo l’OCSE, le prove non sono state esaminate nel loro insieme ma separatamente.
  2. Inoltre, è stata richiesta la prova onerosa dell’accordo corruttivo e la prova della violazione della legge straniera che aggravano purtroppo il problema. (Per affrontare questi problemi, l’Italia dovrebbe introdurre la formazione e le modifiche legislative ove raccomandato).
  3. Mettendo un livello – di prove – così elevato sarà ben difficile anche in futuro riuscire ad avere successo nei casi di corruzione con paesi esteri; pertanto, l’Italia, di fatto, si trova a violare i trattati OCSE.

Il caso di corruzione preso in esame ruota attorno al gigantesco giacimento petrolifero OPL 245 al largo delle coste della Nigeria che, nel 2011, Shell, – compagnia petrolifera a quel tempo anglo-olandese – e ENI cercarono di accaparrarsi. Il procuratore italiano sospettava che le due società avessero pagato circa Euro 1 miliardo di tangenti, per impossessarsi, in seguito, dei giacimenti petroliferi ad un importo estremamente ribassato. I soldi erano transitati su un conto del governo nigeriano, per poi scomparire quasi totalmente nelle tasche di politici e privati locali. In parallelo, un procedimento penale contro la Shell era stato aperto nei Paesi Bassi, dove gli investigatori del FIOD (Fiscal Information and Investigation Service) avevano fatto irruzione nella sede centrale della Shell a L’Aia nel 2016. La Shell nel frattempo è diventata completamente di proprietà britannica.

Un giudice italiano nel 2018 aveva condannato due intermediari a diversi anni di carcere per il loro ruolo nell’affare dei giacimenti petroliferi. Ma nel 2021, altri giudici italiani avevano completamente assolto le compagnie petrolifere. Secondo i giudici, ENI e Shell non erano responsabili di quello che era successo al denaro dopo che era stato depositato sul conto del governo nigeriano. Poco dopo, anche l’indagine penale olandese fu interrotta.

Anche a questo proposito l’OCSE rimane piuttosto critica. Dalla corrispondenza interna delle due compagnie petrolifere risulta evidente che queste erano al corrente che il denaro costituisse una tangente, afferma il rapporto. L’OCSE denuncia apertamente il fatto che i giudici non ne abbiano tenuto conto nella loro sentenza.

L’Italia non esce indenne dal rapporto OCSE, ma a onor del vero, neppure l’Olanda ne è uscita bene l’anno scorso(3). Nella valutazione olandese del 2021, gli investigatori del Gruppo di Lavoro OCSE hanno fortemente criticato il trattamento di un’informatrice (whistleblower) nigeriana. La donna lavorava come senior policy advisor all’Ambasciata olandese ed aveva segnalato che l’Ambasciatore olandese aveva fatto trapelare alla Shell documenti riservati relativi all’indagine penale sui giacimenti petroliferi OPL 245, ma dopo la segnalazione, era stata licenziata dal Ministero degli Esteri olandese. In questo caso, la corte olandese ha dato ragione alla whistleblower e condannato il Ministero a risarcirla con  2 anni di stipendio.

Questo rapporto sull’Italia è stato realizzato dal Gruppo di Lavoro sulla Corruzione (OECD Working Group on Bribery)(4) che valuta e prepara le raccomandazioni in merito all’attuazione nel Paese della Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle transazioni economiche internazionali. Il rapporto riporta i punti di miglioramento ed i risultati positivi. I temi affrontati nel report riguardano: a) l’accertamento del reato di corruzione estera,  b) l’ambito di applicazione della corruzione straniera e dei reati connessi, c) la responsabilità delle imprese, d) la cooperazione internazionale.

 


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(1)   OECD- Report,   Italy  |  Implementing the OECD Anti-Bribery Convention,   13 October 2022

(2)   OECD- Working Group on Bribery  |  Announcement Italy,   18 October 2022

(3)   OECD- Follow-up Report,   Netherlands  |  Implementing the OECD Anti-Bribery Convention,   11 October 2021

(4)   OECD- Anti-Corruption & Integrity Hub

 



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