L’economia circolare coinvolge ormai ogni realtà e settore industriale, imponendo un cambio di paradigma che sia orientato ad un approccio sostenibile alla produzione, fondato su una conoscenza profonda e tecnica dell’impatto ambientale generato da ogni bene, prodotto o servizio lungo il suo intero ciclo di vita.
Sotto tale aspetto, l’analisi LCA costituisce un fondamentale strumento per garantire certezza e credibilità alle informazioni fornite delle aziende in ordine agli impatti generati dalle loro attività, prodotti, servizi e per certificare e comunicare il loro impegno agli stakeholder.
Cos’è l’analisi LCA
Acronimo di Life Cycle Assessment, l’analisi L.C.A. rappresenta un metodo oggettivo di calcolo e valutazione dell’impronta ambientale ed energetica di:
- prodotti,
- servizi e
- attività,
che, attraverso l’identificazione e la quantificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente, ne individua gli impatti ambientali “dalla culla alla tomba” (from cradle to grave) e, quindi, a partire dall’estrazione e dal trattamento delle materie prime, alla fabbricazione, al trasporto, alla distribuzione, all’uso, alla manutenzione, al riuso, al riciclo, fino allo smaltimento finale.
L’analisi valuta, quindi, tutti gli input di un processo produttivo (risorse, energia, materiali) e tutti gli output da esso generati (emissioni, rifiuti), prendendo in considerazione tutte le aree di attività e non solo il processo che avviene all’interno dell’azienda, bensì tutte le fasi a monte e a valle di essa, come l’approvvigionamento delle materie prime, la distribuzione e lo smaltimento.
Per esempio, un determinato prodotto alimentare può provenire da una regione limitrofa a quella in cui sarà distribuito e consumato e quindi avere minor impatto sulle emissioni legate al trasporto, ma essere stato coltivato (o prodotto) facendo uso di pesticidi che danneggiano l’ambiente.
D’altro canto, un prodotto di provenienza estera potrebbe essere stato trasportato in aereo e, quindi, con impatti superiori, ma eccellere per utilizzo di risorse riciclate oppure per possibilità di riutilizzo nel fine vita.
In casi del genere, prendere in esame unicamente gli impatti legati ad una sola fase del ciclo vita può portare a valutazioni incomplete, fuorvianti e non veritiere.
Soltanto attraverso un’analisi sugli impatti di un prodotto svolta a 360 gradi, si potrà determinare, con certezza, il grado di sostenibilità di un bene o servizio e comprendere quali siano effettivamente le aree sulle quali esso esercita un maggior impatto.
L’analisi del ciclo di vita, è dunque l’unico strumento che prendere in esame gli impatti sull’ambiente di un bene o di un servizio nel suo complesso e quindi a 360 gradi.
L’espressione from cradle to grave serve proprio ad identificare la completezza di tale indagine.
Ciò non significa, tuttavia, che, seppur l’analisi LCA comprenda, generalmente, tutte le fasi a partire dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento del prodotto, essa non possa essere effettuate in modo parziale e, cioè, essere limitata, ad esempio, a considerare solo gli impatti generati a monte della fase di produzione e relativi alla produzione che avviene all’interno dell’azienda.
La struttura dell’analisi LCA
Nel dettaglio, l’analisi LCA è una metodologia di calcolo regolamentata dagli standard UNI EN ISO 14040:2021 (Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Principi e quadro di riferimento) e 14044:2021 (Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guida) che ne indicano requisiti, principi, framework e linee guida da seguire.
L’analisi si struttura e sviluppa in quattro fasi principali:
1) Definizione degli obiettivi
Questa prima fase serve a determinare gli obiettivi ed il campo di applicazione dell’analisi.
Ciò comporta la scelta di considerare l’intero ciclo di vita “dalla tomba alla culla” oppure solo una parte di questo e di selezionare quali tipologie di impatto si vogliono prendere in considerazione e quali invece eventualmente escludere.
Questo preliminare passaggio consente di individuare chiaramente le motivazioni alla base dello studio LCA, definire:
- l’obiettivo dell’analisi (completa, parziale),
- i confini del sistema e
- le categorie d’impatto ambientale da prendere in considerazione.
Individuati i confini del sistema e, cioè, le singole operazioni che devono essere incluse nello studio, viene avviata la seconda fase del processo e, cioè, l’analisi di inventario.
2) Life Cycle Inventory (LCI) o analisi di inventario
Questa seconda fase è deputata alla raccolta ed elaborazione dei dati rilevanti relativi a tutti gli input e output del sistema produttivo considerato e strutturarli in maniera adeguata.
Il materiale raccolto viene diviso in dati primari, quelli forniti dall’azienda che si riferiscono ai processi specifici e agli impianti oggetto di studio e dati secondari (non specifici), che si riferiscono alle medie sul mercato, raccolti da database o da letteratura tecnica del settore.
3) Impact assessment o valutazione d’impatto
Nella terza fase del processo, sulla base dei dati raccolti ed analizzati all’esito del Life Cycle Inventory, si effettua la valutazione dei potenziali impatti ambientali, correlati a input e output.
Gli impatti vengono riassunti in categorie generali (per esempio emissioni, rifiuti, inquinanti dell’acqua) e suddivisi, poi, per criteri specifici (per esempio emissioni di CO2).
Tale valutazione si articola in “classificazione e caratterizzazione” (obbligatorie) dei dati e “normalizzazione e pesatura” (facoltative) e permette di determinare gli effetti potenziali del sistema sull’ambiente, collegando i dati raccolti a specifiche categorie di impatto.
Ad ogni input vengono associate delle categorie di impatto così da ottenere dei dati numerici che esprimono diverse problematiche ambientali, come l’effetto serra, l’impoverimento dell’ozono, lo smog fotochimico e l’acidificazione.
L’insieme di questi dati andrà a costruire il modello virtuale di riferimento del prodotto o del servizio.
4) Interpretation and improvement assesment
I risultati delle tre fasi precedenti vengono sintetizzati, analizzati e discussi e rappresenteranno l’output per la quarta fase deputata all’individuazione delle possibili aree di miglioramento per giungere ad una mitigazione degli impatti ambientali sugli aspetti della catena più carenti.
Se, ad esempio, l’impatto maggiore è causato dall’energia si può provvedere a scegliere una o più fonti di energia alternativa.
Si possono anche effettuare delle simulazioni di miglioramento per comprendere meglio come poter agire su quel determinato fattore.
Oggetto dell’analisi LCA
In un ottica “circolare” in cui, al fine di minimizzare sprechi e impatti negativi, occorre analizzare l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, risulta evidente che il life cycle assessment, per essere realmente efficace e fornire dati completi e veritieri, debba interessare tutte le cinque fasi principali del ciclo di vita del prodotto, ovvero:
- approvvigionamento delle risorse e design,
- produzione,
- distribuzione,
- utilizzo e,
- fine vita.
Nel dettaglio, analizzare la fase di approvvigionamento e design consente di comprendere come è concepito un prodotto, determinare i materiali necessari per la sua produzione e valutare, di conseguenza, il tipo di energia che si utilizza in fase di lavorazione.
L’impatto ambientale e i costi di produzione, infatti, variano significativamente tra materiali vergini e riciclati e a seconda dell’uso o meno di terre rare o risorse non rinnovabili.
Analizzare la fase di lavorazione (produzione) consente di calcolare il dispendio energetico, l’utilizzo delle risorse idriche, la produzione di scarti di lavorazione e l’inquinamento acustico, tutti fattori aventi un impatto estremamente variabile in base alla catena di fornitura e alla fonte di provenienza dell’energia.
Considerare gli impatti generati dal trasporto e distribuzione di un prodotto può consentire di quantificarne e monitorarne gli impatti ambientali e, conseguentemente, di adottare misure efficaci per ridurli. Per esempio, è possibile diminuire le emissioni derivanti da questa fase, localizzando la produzione in un luogo più vicino all’area di consumo, oppure scegliendo carburanti sostenibili per il trasporto e/o mezzi di trasporto elettrici oppure affidandosi a imprese di logistica con target ambientali seri e certificati.
Analizzare gli impatti determinati nella fase di utilizzo risulta parimenti importante, generando essa impatti ambientali che variano in funzione della differente durata del prodotto e delle modalità di fruizione. Per esempio:
- un capo d’abbigliamento di qualità elevata generalmente ha una durata maggiore nel tempo, ma consuma molta energia per essere prodotto e mantenuto;
- un bicchiere di plastica monouso ha un tempo di utilizzo breve, ma genera impatti nelle fasi di lavorazione e smaltimento;
- un carica batterie ha un tempo d’uso variabile, ma un elevato impatto in fase di utilizzo in quanto consuma energia per funzionare.
Da ultimo, quantificare gli impatti del fine vita di un prodotto può consentirne un più corretto smaltimento, il riciclo o un parziale riutilizzo da parte dell’azienda stessa o di terzi, favorendo percorsi di economia circolare che permettono di diminuire considerevolmente l’impatto ambientale.
Come utilizzare l’analisi LCA
L’analisi LCA può essere utile per rispondere alle esigenze di consumatori interessati alla sostenibilità di prodotti o servizi, garantendo essa una comunicazione ambientale fondata su delle basi scientifiche.
Inoltre, costituisce un efficace strumento per difendersi dal rischio di greenwashing, anche quello “inconsapevole” che si riferisce a tutte le informazioni che, seppur vere, sono parziali, non fornendo esse un quadro completo sulla vita di un prodotto (come, ad esempio, affermare che un prodotto è sostenibile solo perché realizzato in un materiale riciclato o riciclabile, senza prendere in considerazione tutte le fasi di produzione e smaltimento dello stesso).
Lo studio LCA può essere altresì utilizzato come strumento di supporto per valutare, in via preventiva (in fase di progettazione e design), i potenziali impatti di un prodotto prima che esso sia messo in produzione e, nel caso essi siano elevati, individuare eventuali alternative progettuali meno impattanti.
I vantaggi dell’analisi LCA
Il Life Cycle Assessment reca numerosi vantaggi alle imprese.
Già a partire dalle sue fasi iniziali, il Life Cycle Assessment consente all’azienda di ottenere informazioni chiave in merito ai suoi processi produttivi.
Avere la possibilità di analizzare le diverse fasi di vita di un prodotto rende altresì possibile individuare – sulla base di dati oggettivi – i punti di forza e le eventuali debolezze del sistema.
L’analisi LCA si conferma anche un valido supporto in tema di politica industriale e processi innovativi poiché rende possibile effettuare una valutazione puntuale dei flussi di materia ed energia associati a un certo processo e guidare il design e la progettazione anche al fine di razionalizzare costi e consumi.
Gli esiti di uno studio LCA consentono altresì di fornire dati oggettivi, verificabili ed affidabili, che costituiranno elemento cruciale per supportare le informazioni contenute nel bilancio di sostenibilità, per consentire una progettazione di prodotti o servizi più sostenibili, aiutare a valutare la filiera e scegliere i fornitori secondo criteri ambientali.
Un’analisi LCA offre, inoltre, la possibilità di ottenere certificazioni, nazionali e internazionali, consolidare la reputazione aziendale, comunicare efficacemente il proprio impegno sostenibile e, conseguentemente, rafforzare la competitività del business ed anticipare i concorrenti.