Gli orari di lavoro e l'impatto della rivoluzione digitale

Gli orari di lavoro e l’impatto della rivoluzione digitale

31 gennaio 2024

di Giovanni COSTA

Il tema della riduzione degli orari di lavoro, della loro flessibilità e della loro compatibilità con esigenze private ritorna con insistenza.

Intesa Sanpaolo, la Rigoni di Asiago, Etra multiutility, la veneziana Pixartprinting e altri ancora hanno intrapreso prove tecniche per snellire, se non cancellare, il venerdì lavorativo. Nella motor valley, Lamborghini e Ducati discutono su altre modalità di riduzione degli orari come pure più Nord stanno facendo le altoatesine dr. Schàr e Thun. Il Belgio adotta per legge la settimana corta, gli operai dell’auto negli Usa pongono lo stesso problema.

È un tema che merita una riflessione un po’ più ampia sul senso del tempo e del lavoro.

Dei misteri del tempo si sono occupati i grandi filosofi da Aristotele a Kant, da Heidegger a Bergson. Del valore venale del tempo si sono più pragmaticamente occupati gli Uffici tempi e metodi dell’industria meccanica in epoca fordista. Epoca mai veramente terminata. «Avec le temps, va, tout s’en va» cantava Leo Ferré negli anni Settanta ricordandoci che il tempo si mangia un po’ tutto. Per la mitologia Crono, il bulimico dio del tempo, non solo divorava i figli ma, proprio come il tempo cronologico, divorava tutti gli eventi. Allora noi umani abbiamo deciso di affamare Crono o, quanto meno, di metterlo a dieta nel tentativo di riprenderci il controllo del tempo. Nel mainstream del suo ineluttabile scorrere, con la rivoluzione industriale lo abbiamo ingabbiato nel sistema degli orari.

Parliamo di orari aziendali, familiari, urbani, ferroviari e via elencando. Il tempo così strutturato scandisce oggi un po’ tutte le nostre attività e le ritualizza: riti laici e religiosi, produttivi e ludici, industriali e agricoli, mobili e stanziali, sincroni e asincroni. Il tempo strutturato consente di incontrarci, di scontrarci, talvolta di amarci.

Gli orari sincroni sono una potente fonte di identità e di economie di specializzazione ma sono anche alla base di una quantità di problemi poiché molte persone fanno le stesse cose negli stessi orari, usando gli stessi impianti: città intasate e inquinate, servizi inaccessibili, strutture sotto e sovrautilizzate, conflitti.

Per la gestione del tempo abbiamo inventato gli strumenti di misura: calendari, clessidre, pendoli, metronomi, orologi analogici, cronometri digitali. E così che nella gabbia assieme al tempo ci siamo finiti anche noi. Una trappola da cui cerchiamo di liberarci aprendo varchi che si chiamano settimana corta, orario flessibile, congedi familiari, conciliazione tempo di lavoro-tempo privato, banca delle ore, smart work, part time, congedi sabbatici.

Ci vuole un grande impegno per affinarli, per renderli compatibili e sostenibili. Nel frattempo dovremo cercare di capire l’impatto sul sistema degli orari della rivoluzione digitale: robotizzazione, veicoli autonomi, intelligenza artificiale, big data, cloud computing e molto altro.

La riduzione del «tempo necessario» per la produzione genererà enormi aumenti di produttività e potrebbe consentire di sviluppare servizi idonei a rimettere in circolo e distribuire più equamente l’enorme ricchezza così creata. Servizi con un elevato grado di interazione umana e personale che dovrebbero consentire anche di assorbire l’occupazione resasi eccedente nell’industria.

Dovremo anche e soprattutto chiarirci il ruolo del tempo nella nostra esperienza esistenziale. A questo non bastano i manager — che pure sono molto impegnati a sostituire il controllo sugli orari con l’auto-controllo sugli obiettivi — ci vogliono anche i filosofi di cui si è detto e gli artisti.

Per Miles Davis «Time isn’t the main thing. It’s the only thing» (Il tempo non è la cosa principale. E la sola cosa). Pensava al ritmo nella musica jazz, ma non solo.

Intervento di Giovanni COSTA, Professore Emerito di Strategia d’impresa e Organizzazione aziendale all’Università di Padova. Ha svolto attività di consulenza direzionale e ricoperto ruoli di governance in gruppi industriali e bancari. (www.giovannicosta.it)


Pubblichiamo questo articolo per gentile concessione dell’Autore. Fonte, Corriere del Veneto dorso regionale del Corriere della Sera del 10-10-2023)



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