di Fabio NEROZZI e Walter TRIPI
Ogni giorno si combatte l’eterna guerra tra malavita e Legalità, tra il male e il bene. In una società sempre più digitalizzata, anche questa lotta tende repentinamente a spostarsi dalle strade di asfalto alle autostrade del Web: dalla ricerca dell’arma del delitto e della posizione dei latitanti, alla ricerca delle tracce informatiche e dei server.
È su questo filone che si snoda il libro “Il Grifone” (Mondadori Editore), ultima pubblicazione congiunta del Dott. Nicola Gratteri e del Dott. Antonio Nicaso: un viaggio attraverso le modalità e gli strumenti tecnologici attraverso i quali le mafie stanno cambiando forme, metodi e attività.
D’altronde anche la criminalità è cambiata, niente più e “coppola e lupara” come da film. Oggi si tratta di una rete di delinquenti dal colletto bianco e dal click facile, ben consapevoli anche della potenza della tecnologia e delle opportunità che questa offre.
Per usare sempre le parole del Procuratore Gratteri e del Dott. Antonio Nicaso “Oggi le mafie hanno bisogno di gente che sappia districarsi con i computer più che con le pistole…”.
Potendo contare su risorse sostanzialmente infinite e che si rigenerano continuamente, oggi la mafia è in grado di reclutare i migliori ingegneri, utilizzare le migliori apparecchiature, influenzare l’opinione pubblica per aumentare la propria visibilità e dirigere l’attenzione dove ritiene più opportuno. Visibilità, reputazione e capacità di incutere timore sono sempre stati elementi fondamentali per la vita della mafia: oggi, è possibile veicolarle con nuovi metodi, su una scala ancora più vasta e dunque potenzialmente molto più dannosi.
Va da sé che non si tratta di demonizzare tout court le straordinarie potenzialità del web, dell’accesso libero all’informazione, della tecnologia.
Il punto, in questo caso, è riuscire a individuare quel muro nero che separa chi utilizza tali opportunità per il bene comune e chi invece ne trae proprio infinito profitto, illegale e imbevuto di sangue.
Ora più che mai, come spiega il vicecapo vicario della Polizia Vittorio Rizzi, “Le mafie fanno cartello e hanno bisogno di relazioni e connessioni con organizzazioni criminali di tutto il mondo per gestire affari internazionali”.
Si tratta di traffici ben più complessi da individuare, sui quali giocano anche:
- differenze di legislazione internazionale,
- posizionamenti di server e nodi informatici,
- società offshore,
- dinamiche nuove e spesso molto tecniche alle quali nel tempo hanno dovuto abituarsi anche le forze dell’ordine.
D’altronde internet è anche un grande mercato nel quale poter “ripulire” denaro guadagnato in modo illegale, un modo per svolgere attività criminali senza l’esigenza di mettere la faccia, esporsi fisicamente e dunque rischiare di essere localizzati: da qui anche il bisogno di un’azione delle forze dell’ordine e dei governi sempre più proiettata a un livello internazionale, di coordinamento e cooperazione su informazioni, tracce, trasparenza e azioni.
E ancora le nuove possibilità legate alle criptovalute, sempre più utilizzate e particolarmente utili per nascondere traffici e interscambi illeciti, l’utilizzo del deep web e molti altri lati oscuri di un mondo composto da fortissime luci e nerissime ombre.
Di tutta questa moltitudine di spunti e di molti altri parlano Gratteri e Nicaso ne “Il Grifone”. Nuove sfide che, per citarli, “sono tante e passano anche da codici e regolamenti, da leggi che devono superare gli ostacoli imposti dagli spazi infiniti del web e dal principio di personalità della responsabilità penale”.
Sfide che passano anche dell’esigenza di “investire in cyberintelligence per identificare, comprendere e mitigare le minacce informatiche, al fine di proteggere le reti, i sistemi informativi e i dati sensibili. Come ammette Europol, infatti, il divario tecnologico tra le organizzazioni criminali e gli apparati di contrasto è forse la più grande sfida che le forze dell’ordine devono affrontare oggi”.
La lettura de “Il Grifone”, grazie anche a una scrittura scorrevole, incisiva e mai troppo tecnica, è illuminante e apre una nuova porta di conoscenza, nella piena consapevolezza di quanto sia fondamentale che l’intera società civile, l’intera comunità di persone perbene sia conscia di questi cambiamenti, tenga alta la guardia, accenda luci dove mancano. Il libro sollecita riflessioni sulla necessità di dare un nome e cognome alla lotta della criminalità: il proprio. Ognuno, anche nel piccolo quotidiano, può fare la propria parte.
In particolar modo, l’attenzione è rivolta alle giovani generazioni che, se da una parte sono proprio quelle che i nuovi strumenti digitali li conoscono meglio, ne sono inevitabilmente anche maggiormente influenzati.
L’impegno del Dott. Gratteri e del Dott.Nicaso in tal senso è encomiabile e si diffonde sui libri come sui banchi delle scuole, gettando semi di Legalità nelle nuove generazioni. Sta a noi, supportarli, sta a noi innaffiare quei semi e quella pianta che crescerà.
Gratteri, classe ’58, magistrato oggi Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, figura chiave dell’antimafia italiana. Nicaso, classe ’64, saggista italiano particolarmente prolifico sui temi delle associazioni malavitose.
Con “Il Grifone” pongono la comunità di fronte a una sfida ulteriore: quella di muoversi in modo maggiormente attento nella tecnologia in cui siamo immersi, promuovendo un utilizzo etico, sostenibile e produttivo del web e dei suoi strumenti, così come delle parole e dei messaggi. Una questione di formazione, di cultura, di acquisizione di strumenti per discernere e conoscere approfonditamente le azioni che sempre più spesso entrano nel nostro quotidiano. Un tema che ci porta automaticamente anche al più complesso ambito della Cybersecurity, dello schermo contro azioni criminali che vanno dalle più semplici truffe fino, appunti, alle grandi e strutturate organizzazioni malavitose. Si passa per hacking, furto di dati, frode online e diffusione di malware e addirittura ingegneria sociale: vere e proprie manipolazioni psicologiche attraverso cui si traggono informazioni sensibili, dati finanziari, password e non solo. E ancora si potrebbe ragionare attorno alla diffusione di informazioni, video e audio falsi con lo scopo di direzionare l’opinione pubblica, alimentare tensioni sociali, influenzare elezioni e idee.
Una grande e pericolosa giostra, dunque, con cui sempre più dobbiamo abituarci a fare i conti poiché non è fantascienza, né riguarda soltanto non meglio definite alte sfere: è sui nostri Social Networks, è a portata di smartphone per ognuno di noi e dei nostri cari.
Questo il contesto su cui riflettere.
Un mondo nuovo e una nuova mentalità tutta da costruire, un cosmo da conoscere a fondo per poter agire. Perché, come diceva Falcone: “per garantire un futuro migliore per l’umanità è sufficiente, che ognuno, ogni testa, faccia il proprio dovere”.
Intervento di:
Fabio NEROZZI, AML Specialist c/o Intesa Sanpaolo S.p.A.
Walter TRIPI, Marketing Manager e Giornalista
Le opinioni sono espresse dall’autore, Fabio NEROZZI, a titolo personale e non impegnano l’Istituto di appartenenza.