Redazione
Dal punto di vista del crimine economico-finanziario, un’organizzazione si può considerare come un’arma a doppio taglio. Infatti, le organizzazioni:
✓ da un lato sono raggirate da dipendenti infedeli, discriminate da funzionari pubblici corrotti e oggetto di attacchi informatici da ogni parte;
✓ dall’altro, le stesse, evadono le tasse, frodano i loro clienti e imbrogliano la concorrenza.
È noto quanto siano ingenti le perdite economiche per frodi, corruzione e altre forme di criminalità economica per le singole organizzazioni e per la società in genere e al tempo stesso molti crimini economici sono commessi dalle organizzazioni stesse.
Di questi temi si è discusso al Simposio sul Crimine Economico “Organizzazioni: oltre le vittime e gli autori dei reati“. Evento online organizzato dall’Università di Portsmouth con la collaborazione di Risk & Compliance Platform Europe.
L’evento ha cercato di esplorare la rete di relazioni all‘interno e fra le organizzazioni nonché il fatto che non dovrebbero essere considerati i due gruppi, vittime e autori dei reati. I professionisti intervenuti hanno affrontato il tema centrale della criminalità economica attraverso una serie di argomenti diversi: protezione del marchio, corruzione, conformità aziendale (corporate compliance), corruzione internazionale e reati della proprietà intellettuale (IP).
Branislav Hock (Senior Lecturer Economic Crime all’Università di Portsmouth, UK) ha incentrato il suo intervento sulla corruzione internazionale e sulla realizzazione di un nuovo spazio nonché di una nuova storia narrativa che superi e vada oltre il concetto di vittima e di autore del reato.
Ha aperto la sua presentazione sostenendo che gli accordi negoziali (negotiated settlements) sono una risposta del sistema di giustizia penale alle linee di relazione confuse in ambito aziendale fra le vittime e gli autori dei reati. Ha evidenziato che l’unico strumento che conferisce alle organizzazioni un controllo significativo sui casi di corruzione internazionale sono i Programmi di Compliance efficaci.
Ed ha aggiunto che, se qualcuno infrange le leggi anticorruzione (anti-bribery), si presume che il reato sia meno grave rispetto alla totale mancanza di un Compliance Program efficace.
LE TRE FASI PRINCIPALI DEL PROCESSO NEGOZIALE DI ANTI-CORRUZIONE INTERNAZIONALE
Branislav Hock ha quindi posto la domanda ai partecipanti: cosa succede dietro le quinte quando questi accordi vengono negoziati? Si possono identificare tre diverse fasi del processo di negoziazione:
✓ Prima fase: Avvio dei negoziati – attraverso la divulgazione volontaria oppure da parte dell’Autorità di Contrasto. Se il Compliance Program (CP) dell’organizzazione è efficace, sarà la stessa organizzazione a rivelare volontariamente il caso proprio perché le attività riportate nel CP prevedono la voluntary disclosure. Inoltre, la rivelazione volontaria influenza le due fasi successive cosicché l’organizzazione ha un maggiore controllo sui casi di corruzione internazionale.
✓ Seconda fase: Determinazione dei fatti – quando gli avvocati o – direttamente – le organizzazioni negoziano con le Autorità di Contrasto, per stabilire i fatti. Infatti, stanno scoprendo cosa sta succedendo in ambito aziendale e potrebbero già avere in corso un’indagine interna. Stanno anche cercando di capire la portata del caso e fino a che punto conviene fare accertamenti in quanto potrebbe essere troppo dispendioso in termini di tempo esaminare ogni singolo aspetto in dettaglio.
✓ Terza fase: Accordi sulle conseguenze – in base alle due fasi precedenti. Nella terza fase, l’obiettivo è accordarsi sulle interpretazioni legali di cattiva condotta, sanzioni o altri obblighi legali.
I PROGRAMMI DI COMPLIANCE AZIENDALI
Quando si parla di processo negoziale, Branislav Hock sottolinea che la questione chiave sono i Programmi di Compliance Aziendale. Sono i Programmi che:
- indirizzano le aziende,
- gli conferiscono il controllo sul caso,
- gli danno fiducia nella self-police (sicurezza interna),
- le aiutano a cooperare con le Autorità di Contrasto.
C’è la consapevolezza che i Programmi di Compliance Aziendale comprendono i programmi di conformità, l’impegno a rilevare e prevenire la criminalità economica e le misure e procedure su come mettere in atto gli impegni assunti con le policy. Ha anche sottolineato che un aspetto importante sono gli obblighi al diritto societario che provengono dalle Autorità di Contrasto.
Poiché i Programmi Aziendali sono imposti dalle Autorità di Contrasto, si crea un sistema parallelo in cui le leggi anti-corruzione formano una piattaforma che costituisce la struttura di come vengono costruite le interazioni tra le Autorità di Contrasto e le organizzazioni aziendali. Ha anche accennato all’ambiguità della legge anti-bribery fra ciò che è efficace e ciò che non lo è, e che questo lascia spazio alle organizzazioni per capire cosa funziona meglio per la loro impresa.
È importante evidenziare che l’esistenza di un Compliance Program – ritenuto efficace dall’organizzazione – consente di limitare la portata di un’indagine. Inoltre, alle aziende possono essere inflitte sanzioni inferiori e possono far escludere determinati fatti dai documenti della transazione con l’intento di impedire un danno reputazionale.
CONCLUSIONE
Per riassumere, il dottor Hock ha affermato che l’esistenza di efficaci Programmi di Compliance in relazione all’anti-corruzione consente alle organizzazioni di avere il pieno controllo durante le fasi negoziali e questo è anche il principale incentivo alla loro realizzazione. Infatti, si viene a creare un certo spazio per la co-regolamentazione e le policy pubbliche e private per le società.
L’esistenza di Programmi di Compliance mostra anche che stiamo entrando in un nuovo sistema che va al di là della dualità tra vittima e autore del reato.
Il sistema, come evidenziato, si concentra sul cambiamento aziendale e sulle azioni correttive piuttosto che determinare se se l’organizzazione è vittima o autore del reato.