Il Conto dei Pasti Gratis

Il Conto dei Pasti Gratis, la capacità delle aziende di generare valore

30 agosto 2024

di Giovanni COSTA

Fa un certo effetto leggere, tra i commenti sulla scarsa attrattività delle nostre imprese nei riguardi di giovani con istruzione elevata che preferiscono emigrare, dichiarazioni di imprenditori che denunciano l’inadeguatezza delle retribuzioni.

Viene spontaneo obiettare: perché invece di lamentarvi non cominciate voi a pagarli di più?

La situazione non è così semplice e la retribuzione è solo una componente del sistema di ricompense che il giovane valuta per prendere le sue decisioni. In primis dobbiamo considerare quella che gli anglosassoni chiamano l’ «ability to pay» dell’azienda che dipende dalla sua capacità di generare valore, di trasformare gli input produttivi in prodotti e servizi che il mercato apprezza e che è disposto a pagare. Questo è il primo e invalicabile limite che l’azienda incontra nel fissare il suo posizionamento retributivo, un limite che può essere superato agendo:

  1. sul modello di business,
  2. sugli investimenti,
  3. sull’organizzazione e
  4. sulla tecnologia,

cioè su quei fattori che danno stabilità e prospettive all’azienda e a chi vi lavora.

Ha senso nell’epoca della globalizzazione una contabilità regionale dei flussi di mobilità delle risorse umane? O non dovremmo piuttosto considerare l’ecosistema sociale e imprenditoriale che trascende i confini regionali e nazionali, se non quelli continentali, e prendere atto di questa nuova realtà del mercato del lavoro? Sono domande che possono suonare provocatorie agli orecchi di chi si appresta a rinforzare i confini regionali o a costruirne di nuovi.

La competizione non è tra territori ma tra imprese che in quei territori si insediano valorizzandoli. L’efficacia delle politiche territoriali si misura in termini di impatto sul sistema delle imprese. Quale impatto possono avere due recenti bandi del Mics, di cui dà notizia con una certa enfasi a pagina 8 il Sole 24 ore del 19 agosto.

La sigla Mics sta per «Made in Italy Circolare e Sostenibile» finanziato dal ministero dell’Università e dal Pnrr. I due bandi hanno «assegnato in totale 21,5 milioni di euro a 87 imprese e 26 organismi di ricerca e università per realizzare progetti di rapida integrazione e trasversali nei settori abbigliamento, arredamento e automazione-meccanica. L’obiettivo è gettare le basi di un nuovo modello di made in Italy, fondato sull’innovazione, il digitale avanzato, l’analisi dei dati, la circolarità delle materie prime, della filiera, dei processi produttivi e delle idee».

Una media di 190 mila euro per ciascun finanziamento.

Non è il caso di sminuire, ma pensare con questi importi di gettare le basi di un nuovo modello di made in Italy in tre diversi settori mettendo assieme «innovazione, digitale avanzato, analisi dei dati, circolarità» sembra un po’ esagerato per non dire velleitario. Le risorse, si sa, sono scarse.

AI meeting di Rimini il Governatore della Banca d’Italia ha ricordato che gli interessi pagati ogni anno sul debito pubblico eguagliano la spesa per l’istruzione. E ha dato una rappresentazione molto efficace di come l’aumento del debito tolga risorse agli investimenti che attraverso uno sforzo congiunto pubblico privato potrebbero aumentare la «ability to pay» delle imprese. Non si tratta di demonizzare il debito ma questo deriva da una spesa che non ha generato investimenti ma solo distribuzione dei «pasti gratis» di cui parla Veronica De Romanis nel suo ultimo libro (Mondadori).

Così non si consolida il capitale umano, non si sostiene la crescita e si incoraggia invece il deflusso di risorse umane pregiate. Per rompere questo circolo vizioso non bastano le esortazioni della Banca d’Italia.

Ci vorrebbero programmi di governo e non solo elettorali.

Intervento di Giovanni COSTA, Professore Emerito di Strategia d’impresa e Organizzazione aziendale all’Università di Padova. Ha svolto attività di consulenza direzionale e ricoperto ruoli di governance in gruppi industriali e bancari. (www.giovannicosta.it)


Pubblichiamo questo articolo per gentile concessione dell’Autore. Fonte, Corriere del Veneto dorso regionale del Corriere della Sera del 25-08-2024)



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