L'Infiltrazione delle Organizzazioni Criminali

L’Infiltrazione delle Organizzazioni Criminali

31 marzo 2025

di Nicola LORENZINI

L’Infiltrazione Relazionale delle Mafie nelle Imprese: Un Nuovo Modello di Controllo Economico

Le recenti modifiche normative rappresentano un passo avanti nella lotta al riciclaggio, ma evidenziano lacune che devono essere colmate per garantire l’efficacia delle misure antiriciclaggio. L’infiltrazione delle organizzazioni criminali nell’economia legale non è un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni ha assunto connotazioni sempre più sofisticate.

Le mafie non si limitano più a controllare aziende per facilitare il riciclaggio di denaro o ottenere vantaggi economici diretti. Al contrario, stanno sviluppando strategie relazionali di lungo termine per radicarsi stabilmente nel tessuto economico e sociale.

1. I Modelli di Infiltrazione:  Funzionale, Competitivo e Relazionale

Secondo uno studio recente, le organizzazioni criminali utilizzano tre principali strategie di infiltrazione nelle imprese:

  • Infiltrazione Funzionale: le imprese servono direttamente le attività criminali, ad esempio facilitando il riciclaggio di denaro.
  • Infiltrazione Competitiva: le imprese infiltrate ottengono un vantaggio competitivo illegale, come l’eliminazione della concorrenza tramite intimidazione o accesso privilegiato a risorse pubbliche.
  • Infiltrazione Relazionale: le mafie entrano nelle imprese per costruire reti di influenza all’interno del mondo economico, politico e sociale, senza necessariamente contaminare l’attività economica con operazioni criminali visibili.

2. L’Infiltrazione Relazionale: Un Fenomeno Insidioso

L’infiltrazione relazionale è forse la più pericolosa e difficile da individuare. 

Le organizzazioni criminali investono in aziende solide e consolidate, operando in settori strategici come l’edilizia, la logistica e i servizi pubblici. 

L’obiettivo non è tanto riciclare denaro o ottenere profitti immediati, ma piuttosto acquisire una posizione influente, facilitando connessioni con il mondo politico e imprenditoriale.

Questa strategia consente alle mafie di normalizzare la loro presenza nell’economia, diventando attori apparentemente legittimi. 

Grazie a una fitta rete di relazioni, le OC possono influenzare appalti pubblici, ottenere informazioni privilegiate e condizionare decisioni strategiche senza dover ricorrere a metodi violenti.

3. Le Conseguenze Economiche e Sociali

L’infiltrazione relazionale ha un impatto devastante su economia e società:

  • Distorsione del mercato: Le imprese mafiose possono ottenere vantaggi ingiusti, soffocando la concorrenza onesta.
  • Erosione della fiducia negli affari: Gli investitori legittimi si allontanano da settori compromessi.
  • Condizionamento della politica: Le mafie diventano interlocutori privilegiati nelle scelte pubbliche, indebolendo la democrazia.

4. Come Contrastare il Fenomeno

Per combattere l’infiltrazione relazionale servono strumenti sofisticati:

  • Maggiore trasparenza negli appalti e nella gestione societaria.
  • Analisi avanzate dei flussi finanziari, per individuare anomalie nei rapporti tra aziende.
  • Collaborazione tra pubblico e privato, coinvolgendo associazioni di categoria e organismi di vigilanza.
  • Educazione alla legalità, per sensibilizzare imprenditori e cittadini sul rischio di collusione.

L’infiltrazione relazionale rappresenta un’evoluzione delle strategie mafiose, rendendo sempre più difficile distinguere tra economia legale e criminale. 

È necessario un approccio integrato per arginare il fenomeno e proteggere il tessuto economico dalla contaminazione mafiosa. 

Solo attraverso una stretta collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile si potrà limitare il potere occulto delle organizzazioni criminali nell’economia legale.

L’infiltrazione della criminalità organizzata nei processi di gestione delle crisi aziendali e nelle aste immobiliari dimostra la necessità di un approccio integrato, che combini rafforzamenti normativi, strumenti tecnologici avanzati e una formazione adeguata degli operatori coinvolti.

Se ben applicati, i nuovi strumenti normativi possono rappresentare una barriera significativa contro il riciclaggio e contribuire a proteggere l’integrità del tessuto economico-legale del paese.

5. Infiltrazione: l’ Uso di Prestanome

Uno schema ricorrente riguarda l’utilizzo di prestanome per schermare il reale beneficiario delle transazioni.

Questo fenomeno è particolarmente diffuso nelle aste immobiliari.

Caso pratico: L’Asta Truccata – Quando la mafia compra nell’ombra 

L’operazione invisibile

Nel cuore della Sicilia, tra le colline dorate della provincia di Catania, si svolge un’asta giudiziaria per la vendita di diversi immobili confiscati a una società fallita. Si tratta di appartamenti, magazzini e terreni, alcuni in posizioni strategiche, perfetti per operazioni di investimento immobiliare.

Tra i partecipanti all’asta, ci sono persone comuni, dall’apparente basso profilo finanziario: un pensionato, un giovane disoccupato, un piccolo artigiano con un’officina quasi in bancarotta. Nessuno di loro sembra avere le capacità economiche per partecipare a un’asta immobiliare, ma contro ogni aspettativa, vincono diversi lotti senza esitazione, superando concorrenti con offerte rapide e decise.

A prima vista, sembra un miracolo: persone comuni che improvvisamente diventano investitori immobiliari. Ma dietro queste figure anonime si nasconde un’organizzazione criminale che sta manovrando l’intera operazione.

Dietro le quinte: Il meccanismo del riciclaggio

Il piano è semplice ma ingegnoso. L’organizzazione mafiosa recluta individui senza precedenti finanziari, che non destano sospetti e che accettano di prestare il proprio nome per partecipare all’asta. Queste persone vengono fornite di fondi illeciti, spesso depositati su conti bancari di recente apertura o consegnati in contanti da prestanome.

Il processo si sviluppa in tre fasi:

  1. Acquisto sotto copertura: I prestanome partecipano all’asta e acquistano gli immobili a prezzi vantaggiosi, evitando che il gruppo mafioso sia direttamente coinvolto.
  2. Trasferimento a società controllate: Poco dopo l’acquisto, gli immobili vengono rivenduti a società di comodo riconducibili al clan, a prezzi sovrastimati per giustificare l’origine lecita dei fondi.
  3. Utilizzo degli immobili per attività illecite: Una volta nelle mani della mafia, gli immobili vengono sfruttati per varie finalità: alcuni vengono rivenduti per generare profitti, altri vengono affittati come basi logistiche per traffici illeciti, altri ancora rimangono invenduti come riserve di valore.

I segnali d’allarme (Red Flags)

  • Acquirenti senza capacità finanziaria apparente: I vincitori dell’asta non hanno redditi o patrimoni che giustifichino un acquisto immobiliare.
  • Pagamenti provenienti da conti bancari di recente apertura: I fondi arrivano da fonti sconosciute o da conti personali senza storicità.
  • Rapido trasferimento di proprietà: Gli immobili acquistati vengono rivenduti in tempi brevi a società collegate.
  • Prezzi di rivendita inspiegabilmente gonfiati: L’acquisto avviene a prezzo d’asta vantaggioso, ma la rivendita avviene a un valore di mercato superiore senza alcuna ristrutturazione o miglioria.
  • Coinvolgimento di società con strutture opache: Le società acquirenti sono spesso registrate in paradisi fiscali o con amministratori prestanome.

L’indagine e il blitz delle autorità

Le autorità iniziano a insospettirsi quando si accorgono che diversi immobili acquistati all’asta finiscono sempre in mano a società collegate tra loro. La Guardia di Finanza e l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) avviano un’indagine, incrociando dati bancari, registri immobiliari e profili dei partecipanti alle aste.

Un punto chiave dell’indagine è il flusso di denaro: si scopre che i fondi utilizzati per l’acquisto derivano da depositi effettuati poco prima delle aste, spesso tramite bonifici frazionati per evitare controlli bancari.

Quando le forze dell’ordine ricostruiscono l’intera rete, emerge la verità: i prestanome sono solo burattini nelle mani di una potente organizzazione mafiosa, che usa questo metodo per infiltrarsi nel mercato immobiliare senza esporsi direttamente.

Dopo mesi di indagini, le autorità lanciano l’Operazione Mattoni Puliti: vengono arrestati dieci soggetti, tra cui gli organizzatori dello schema e i prestanome coinvolti. Gli immobili vengono sequestrati e restituiti allo Stato, e le società di comodo vengono sciolte per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro.

Lezioni apprese

  1. Le aste giudiziarie sono un veicolo di riciclaggio di denaro se non adeguatamente monitorate. L’uso di prestanome permette ai gruppi criminali di acquistare beni senza lasciare tracce dirette​.
  2. I notai, le banche e gli enti pubblici devono collaborare per individuare transazioni sospette, specialmente quando coinvolgono persone con basso profilo finanziario​.
  3. L’analisi dei flussi finanziari è essenziale per scoprire collegamenti tra acquirenti e organizzazioni criminali. L’origine dei fondi e la velocità delle transazioni possono rivelare schemi di riciclaggio​.
  4. La rivendita rapida di immobili acquistati all’asta deve essere un campanello d’allarme, soprattutto se coinvolge società opache o registrate in giurisdizioni a rischio​.

Il caso dell’Asta Truccata dimostra come il settore immobiliare sia una delle vie preferite dalla criminalità organizzata per ripulire denaro sporco e infiltrarsi nell’economia legale. 

L’uso di prestanome, società di comodo e trasferimenti finanziari opachi permette ai clan di acquisire patrimoni senza attirare l’attenzione, rendendo fondamentale un’attività di monitoraggio e segnalazione delle operazioni sospette da parte di istituzioni finanziarie, notai e autorità competenti.

Solo attraverso controlli rigorosi e una collaborazione efficace tra settore pubblico e privato, è possibile contrastare questi fenomeni e impedire che il denaro della criminalità entri a far parte del circuito legale.

6. Infiltrazione: La Criminalità Organizzata e i Concordati Preventivi

6.1 Concordati in continuità aziendale

Il concordato preventivo in continuità è un altro strumento utilizzato dalla criminalità organizzata per infiltrarsi nelle imprese in crisi. 

Attraverso l’acquisizione di crediti, le mafie possono influenzare le decisioni aziendali, ottenendo il controllo dell’impresa.

Schema Tipico:

  1. Acquisto di crediti a prezzi scontati.
  2. Influenza sulle decisioni gestionali, con trasferimento di asset a società collegate.
  3. Distrazione di beni e fondi a scapito dei creditori legittimi.

Caso pratico: L’Impresa Fantasma – Come la criminalità organizzata sfrutta il concordato preventivo

L’azienda in crisi e la mano invisibile

La MetalTek Srl, storica azienda metalmeccanica con sede a Torino, attraversa un periodo di grave difficoltà economica. L’accumulo di debiti con fornitori e istituti di credito la porta a un passo dal fallimento. Per evitare la chiusura definitiva, il titolare, Giovanni Riva, decide di accedere al concordato preventivo in continuità, un meccanismo che gli consente di ristrutturare i debiti e proseguire l’attività sotto il controllo del tribunale.

Sulla carta, sembra la soluzione perfetta per salvare l’impresa e i posti di lavoro. Tuttavia, dietro le quinte si muove un’ombra pericolosa, pronta a sfruttare la situazione a proprio vantaggio.

L’ingresso della criminalità: il piano segreto

Mentre Riva cerca disperatamente un accordo con i creditori, una società di recupero crediti, NewCapital Srl, entra in scena acquistando a prezzi stracciati i debiti dell’azienda presso le banche e alcuni fornitori. In poco tempo, NewCapital diventa il principale creditore di MetalTek, ottenendo così un peso determinante nelle decisioni aziendali.

Quello che Riva non sa è che dietro NewCapital Srl si nasconde un’organizzazione criminale specializzata nel rilevare aziende in crisi per svuotarle di ogni asset.

La strategia mafiosa per il controllo dell’impresa

Una volta ottenuto il controllo del debito, i nuovi “creditori” iniziano a esercitare pressioni su Riva, imponendogli una serie di decisioni che porteranno l’azienda alla rovina:

  1. Trasferimento di asset a società collegate: I macchinari e i brevetti più preziosi vengono venduti a prezzi irrisori a un’altra società, ItalIndustries Srl, che si scoprirà poi essere controllata dallo stesso gruppo criminale.
  2. Svuotamento finanziario: I fondi dell’azienda vengono progressivamente distratti attraverso fatture gonfiate e contratti di consulenza fittizi, facendo confluire il denaro su conti esteri.
  3. Intimidazioni e minacce: Quando Riva si accorge di essere stato ingannato, è ormai troppo tardi. Ogni tentativo di opporsi viene stroncato con minacce velate e pressioni sugli altri creditori.

Nel giro di pochi mesi, MetalTek Srl viene svuotata di ogni valore, lasciando solo debiti e dipendenti senza stipendio. Alla fine del concordato, non resta altro che dichiarare il fallimento definitivo.

Le anomalie e i segnali d’allarme (Red Flags)

  • Acquisizione di crediti da parte di società sconosciute: NewCapital Srl non ha una vera storia nel settore del recupero crediti, ma acquista rapidamente quote di debito strategiche.
  • Pressioni sulle decisioni aziendali: I nuovi creditori impongono cambi di gestione e operazioni finanziarie sospette.
  • Vendita di asset a prezzi irrisori: Macchinari e brevetti vengono trasferiti a società di dubbia reputazione senza motivazioni valide.
  • Pagamenti verso società collegate: Denaro dell’azienda finisce su conti bancari riconducibili agli stessi soggetti che hanno rilevato i crediti.
  • Ritirata strategica della società di recupero crediti: Una volta svuotata l’azienda, NewCapital Srl cede le quote e sparisce nel nulla, lasciando solo macerie.

L’indagine e l’arresto dei responsabili

La situazione precipita quando alcuni creditori si accorgono che gli asset di MetalTek stanno scomparendo. La Guardia di Finanza avvia un’indagine sulla destinazione dei fondi e scopre il collegamento tra NewCapital Srl e un’organizzazione criminale che utilizza le stesse tecniche per infiltrarsi in altre imprese in crisi.

Dopo mesi di intercettazioni e analisi dei flussi finanziari, gli inquirenti ricostruiscono l’intera operazione. L’indagine porta al sequestro di beni per 15 milioni di euro e all’arresto di 8 persone, tra cui il prestanome di NewCapital Srl e gli amministratori di ItalIndustries Srl.

Lezioni apprese

  1. Il concordato preventivo può essere sfruttato dalla criminalità per infiltrarsi nelle aziende in crisi e appropriarsi di asset di valore​.
  2. I tribunali e i consulenti aziendali devono verificare l’identità e la trasparenza dei soggetti che acquisiscono crediti, per evitare che dietro di essi si nascondano gruppi criminali​.
  3. Il trasferimento rapido di asset a società collegate deve essere monitorato con attenzione, poiché può essere un chiaro segnale di operazioni fraudolente​.
  4. I dipendenti e i fornitori devono essere coinvolti nella segnalazione di operazioni sospette, poiché spesso sono i primi a notare anomalie nei pagamenti e nelle decisioni aziendali​.

Il caso dell’Impresa Fantasma dimostra come le mafie abbiano affinato le loro tecniche di infiltrazione nell’economia legale, sfruttando strumenti giuridici apparentemente legittimi per acquisire il controllo di aziende vulnerabili.

Un’attenta attività di monitoraggio dei crediti, trasparenza nelle operazioni finanziarie e cooperazione tra istituzioni e imprese è fondamentale per impedire che il tessuto economico venga contaminato dalla criminalità organizzata.

7. Infiltrazione: Manipolazione dei flussi finanziari

La criminalità organizzata utilizza contratti fittizi o operazioni finanziarie complesse per mascherare il riciclaggio. 

Questo fenomeno è facilitato dalla difficoltà di tracciare i flussi durante le procedure concorsuali.

Caso pratico:  Il Labirinto di Carta – Come la mafia usa fatture false per riciclare denaro

L’azienda in difficoltà e l’inganno silenzioso

La DeltaTech Srl, un’impresa informatica con sede a Milano, un tempo leader nella fornitura di software gestionali, si trova in crisi finanziaria. I debiti con i fornitori si accumulano, i clienti scarseggiano e il proprietario, Alessandro Greco, teme che la società non possa sopravvivere.

Quando ormai il fallimento sembra inevitabile, un “salvatore” si presenta alla porta: Massimo De Luca, un investitore che propone un’uscita dalla crisi. De Luca è il rappresentante di Global Solutions Srl, una società che si dichiara specializzata nel rilancio di aziende in difficoltà. Il piano è apparentemente semplice: DeltaTech emetterà una serie di fatture per servizi di consulenza mai resi, in cambio di liquidità immediata per pagare fornitori e stipendi.

Ma quello che sembra un aiuto finanziario è, in realtà, un sofisticato schema di riciclaggio orchestrato dalla criminalità organizzata.

Il meccanismo del riciclaggio

Il piano si sviluppa in tre fasi, sfruttando la difficoltà di tracciare i flussi finanziari durante le procedure concorsuali:

  1. Emissione di fatture false – DeltaTech emette fatture per 2,5 milioni di euro verso Global Solutions Srl, per presunti servizi di consulenza mai realmente forniti. In cambio, riceve bonifici che sembrano del tutto legittimi.
  2. Passaggio attraverso società cartiere – Global Solutions incassa il denaro e, nel giro di poche settimane, lo trasferisce a un’altra società, EuroTrade Ltd., registrata in un paradiso fiscale. Questa società non ha dipendenti né uffici reali, ma opera solo come veicolo per movimentare fondi.
  3. Fondi all’estero e reinvestimento – Una volta arrivato all’estero, il denaro viene rimescolato attraverso altre società di comodo, quindi rientra in Italia sotto forma di investimenti immobiliari o acquisizioni di aziende, apparendo del tutto pulito.

Il vantaggio di questo schema è che, durante una crisi aziendale, le operazioni finanziarie complesse possono passare inosservate, poiché nessuno si aspetta che un’azienda in difficoltà stia riciclando denaro.

Le anomalie e i segnali d’allarme (Red Flags)

  • Fatture per servizi generici e difficili da verificare: Le fatture emesse da DeltaTech sono per “consulenze strategiche”, senza dettagli concreti su ciò che è stato effettivamente fornito.
  • Pagamenti senza giustificazione economica reale: Global Solutions Srl effettua bonifici senza mai richiedere realmente i servizi indicati nelle fatture.
  • Transazioni rapide tra più società: I fondi transitano rapidamente da Global Solutions a EuroTrade Ltd., senza alcuna ragione commerciale plausibile.
  • Assenza di attività economica reale nelle società coinvolte: EuroTrade Ltd. è registrata in un paese offshore e non ha dipendenti né uffici operativi.
  • Legami tra le società e soggetti sospetti: Gli amministratori di Global Solutions e EuroTrade Ltd. risultano avere collegamenti con soggetti già indagati per reati finanziari.

L’indagine e il blitz delle autorità

L’operazione inizia a insospettire alcuni creditori di DeltaTech, che notano transazioni anomale in bilancio mentre l’azienda continua a dichiarare difficoltà economiche. 

La Guardia di Finanza, su segnalazione dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), avvia un’indagine sui flussi finanziari.

Le autorità scoprono che i pagamenti ricevuti da DeltaTech non sono mai stati utilizzati per risanare l’azienda, ma trasferiti rapidamente a società offshore. 

Analizzando la struttura societaria di Global Solutions Srl, emerge che è solo una società cartiera controllata da un’organizzazione criminale specializzata in frodi fiscali e riciclaggio.

Dopo mesi di indagini, scatta il blitz della polizia, con perquisizioni in diverse sedi. De Luca e altri cinque complici vengono arrestati, mentre oltre 15 milioni di euro vengono sequestrati tra conti bancari e beni intestati a prestanome.

Nel frattempo, DeltaTech Srl viene dichiarata insolvente, e il suo titolare Greco, inizialmente ignaro del vero scopo delle operazioni, si ritrova coinvolto in un’indagine per frode fiscale e complicità in riciclaggio.

Lezioni apprese

  1. Le crisi aziendali creano opportunità per la criminalità organizzata, che sfrutta le difficoltà economiche delle imprese per infiltrarsi attraverso schemi di riciclaggio​.
  2. Fatture per servizi generici o difficili da verificare sono un forte indicatore di operazioni fittizie, specialmente se i pagamenti avvengono senza richiesta di prestazioni reali​.
  3. Le società cartiere giocano un ruolo chiave nel nascondere i flussi finanziari illeciti: il passaggio di denaro tra più entità complica la tracciabilità​.
  4. Il monitoraggio dei flussi finanziari e delle transazioni anomale è essenziale: banche, creditori e revisori devono prestare particolare attenzione ai pagamenti effettuati in situazioni di crisi​.

8. Raccomandazioni Normative e Operative

8.1 Rafforzare la normativa antiriciclaggio

  • Estendere gli obblighi di dichiarazione anche alle aste mobiliari.
  • Specificare la forma e i contenuti delle dichiarazioni richieste per la verifica della provenienza dei fondi.

8.2 Migliorare il coordinamento tra autorità

  • Rafforzare la collaborazione tra tribunali, UIF e Guardia di Finanza per monitorare le operazioni sospette durante le aste e le procedure di crisi.

8.3 Formazione degli operatori

  • Fornire linee guida specifiche a notai, avvocati e amministratori giudiziari per identificare i segnali di rischio nelle transazioni.

I casi riportati i nomi delle persone fisiche e giuridiche sono di pura fantasia e non sono riconducibili ad alcun caso concreto ma un esercizio di pura fantasia.



  • Commento Utente

    Luca Spinelli

    Articolo lucido e necessario. L’infiltrazione relazionale è forse la minaccia più subdola per l’economia legale. Cosa manca ancora, secondo voi, per rendere davvero efficace la collaborazione pubblico-privato nella prevenzione?

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