La cittadinanza non si compra: la UE ferma il mercato dei passaporti

La cittadinanza non si compra: la UE ferma il mercato dei passaporti

30 aprile 2025

Redazione

Malta non potrà più rilasciare i cosiddetti passaporti d’oro. Lo ha stabilito ieri la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, dichiarando che il programma maltese, che consente ai cittadini stranieri facoltosi di acquistare la cittadinanza, viola il diritto dell’Unione.
La sentenza
1 arriva in un contesto in cui altri Stati membri dell’UE avevano già adottato schemi simili, poi abbandonati sotto la pressione della Commissione europea.

Sebbene gli Stati membri abbiano il diritto di determinare autonomamente le modalità per concedere o revocare la cittadinanza del singolo Stato, i giudici europei hanno stabilito che la pratica maltese mina il principio di fiducia reciproca tra i Paesi dell’Unione. La decisione della Corte va contro il parere dell’avvocato generale – della stessa Corte di Giustizia UE -, che si era espresso a favore del mantenimento del programma.

Interessante notare che la Corte non ha seguito l’opinione dell’avvocato generale Anthony Michael Collins, che nell’ottobre 2024 aveva suggerito di respingere il caso. Il pronunciamento odierno ha invece sancito che il programma maltese di cittadinanza in cambio di investimenti “equivale alla commercializzazione dello status di cittadino di uno Stato membro, e quindi per estensione, anche di cittadino dell’Unione”, contravvenendo alla natura stessa della cittadinanza europea e al principio di leale cooperazione sancito dall’articolo 4(3) del Trattato sull’Unione europea2.

Cittadinanza europea a pagamento: il meccanismo maltese

La Commissione Europea aveva portato Malta davanti alla Corte di Giustizia UE nel 2022 per contestare questa misura. Il programma – iniziato nel 2014 – prevedeva che cittadini extra-UE potessero ottenere un passaporto maltese — e quindi anche europeo — in cambio di una donazione minima di 600.000 euro e l’acquisto di un immobile. In pratica, la cittadinanza veniva venduta come un bene commerciale.

Il verdetto è chiaro: “Uno Stato membro non può concedere la propria cittadinanza — e quindi la cittadinanza europea — in cambio di pagamenti o investimenti prestabiliti, poiché ciò ridurrebbe la cittadinanza a una mera transazione economica”, si legge nella sentenza. “Questa pratica impedisce di instaurare un legame autentico di solidarietà e lealtà tra lo Stato e il cittadino e compromette la fiducia reciproca tra i membri dell’Unione.”

L’ultimo programma attivo nell’UE

Malta era l’ultimo Stato membro dell’UE ad avere ancora attivo un programma di passaporti d’oro, dopo che Cipro e Bulgaria avevano interrotto i propri nel 2020 e 2022. La sentenza della Corte non fa riferimento diretto ai rischi legati a reati finanziari, ma secondo l’OCSE e il FATF (Financial Action Task Force), simili programmi presentano rischi concreti di riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e corruzione.

Anche il Consiglio e il Parlamento europeo si erano già espressi prima della sentenza della Corte: nel Regolamento Antiriciclaggio (2024/1624 – AMLR)3 è stato infatti inserito che “i programmi di cittadinanza per investitori (…) devono essere considerati lesivi dello status fondamentale della cittadinanza dell’Unione e della cooperazione sincera tra gli Stati membri” (considerando n. 21). Inoltre, gli operatori dei programmi di residenza per investimento sono stati inclusi nel campo di applicazione degli obblighi antiriciclaggio.

I rischi sistemici dei passaporti d’oro: AML, sanzioni e opacità

I programmi di cittadinanza “per investimento”, pur pensati come strumenti per attrarre capitali, presentano vulnerabilità strutturali. Offrono percorsi accelerati verso la cittadinanza con requisiti minimi di presenza fisica – spesso senza alcuna residenza fisica/effettiva richiesta – e puntano su investimenti passivi, spesso in immobili di lusso — un canale tipico per il riciclaggio di capitali illeciti.

Un caso emblematico è quello dell’imprenditore russo Pavel Melnikov4 diventato cittadino maltese tramite il programma “passaporti d’oro”, e poi condannato in Finlandia per gravi reati fiscali: si tratta dell’unico caso noto di revoca di un passaporto d’oro da parte di Malta.

Analisi recenti dei Registri per le Imprese (Francia, 2023) hanno inoltre rivelato che diversi beneficiari russi del programma maltese “passaporti d’oro” hanno aperto società in Francia dichiarando solo la cittadinanza UE (maltese), pur risultando colpiti da sanzioni delle autorità ucraine o risultano legati a persone politicamente esposte in Russia. In alcuni casi, questi passaporti sono stati utilizzati per acquistare immobili di lusso, eludendo restrizioni sui cittadini di Paesi terzi.

Oltre 1800 casi: chi ha beneficiato del programma

Dal 2014 Malta ha concesso più di 1.800 passaporti attraverso questo schema, rivolto a investitori e alle loro famiglie. Molti dei beneficiari sono russi, ma figurano anche imprenditori mediorientali, celebrità e sportivi di fama internazionale. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, Malta ha sospeso l’accesso al programma per cittadini russi e bielorussi, ma lo ha mantenuto attivo per altre nazionalità.

Malta non era l’unico Paese UE ad avere un simile programma. Anche Cipro e Bulgaria lo avevano introdotto, salvo poi eliminarlo in seguito a critiche e scandali5.

La sentenza di oggi conferma che gli Stati membri non possono mercificare la cittadinanza dell’UE. Innumerevoli casi hanno dimostrato come questi schemi abbiano garantito un rifugio sicuro nell’UE ad attori corrotti di tutto il mondo e ad altri individui sospetti. La sentenza impedisce non solo a Malta di vendere la cittadinanza dell’UE, ma impedirà anche ad altri Stati membri di fare lo stesso”, ha dichiarato Transparency International“.

Cosa succede ora ai passaporti già rilasciati

Resta da capire quale sarà il destino dei passaporti già concessi. La revoca della cittadinanza ottenuta tramite il programma è una possibilità concreta, ma la decisione finale spetta alle autorità maltesi. La Commissione Europea potrebbe incoraggiarne il ritiro, ma si aprirebbe un fronte delicato: il diritto internazionale vieta di rendere una persona apolide, imponendo limiti stringenti a qualsiasi revoca.

I “visti d’oro” restano legali e la Trump Gold Card

In Europa, rimane aperta la questione spinosa dei “visti d’oro” — permessi di soggiorno rilasciati in cambio di investimenti — ancora attivi in diversi Stati UE6 . La pratica dei “visti d’oro” è controversa ma, al momento, la Commissione sembra avere meno margine d’intervento.

Situazione totalmente diversa sull’altra sponda dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, l’approccio è radicalmente diverso. Il segretario al Commercio ha rivelato che vengono vendute circa 1000 “Trump Gold Card” al giorno — un programma che concede diritti di residenza e accesso futuro alla cittadinanza in cambio di un investimento da 5 milioni di dollari (circa 4,4 milioni di euro) nel Tesoro americano. Secondo le stime, circa 37 milioni di persone nel mondo avrebbero le risorse per acquistare questa carta, e l’obiettivo dichiarato è arrivare a venderne un milione.

Una logica di mercato che si contrappone nettamente alla posizione dell’Unione Europea, dove la cittadinanza è considerata un legame politico, non un prodotto da scaffale.


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

1 Sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 23 aprile 2025, Commissione europea / Malta, ECLI:EU:C:2025:283

2 Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Comunicato stampa n. 52/25 del 29 aprile 2025, “Cittadinanza dell’Unione: il programma maltese di cittadinanza tramite investimento è contrario al diritto dell’Unione

3 Regolamento (UE) 2024/1624: Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 19 giugno 2024. Spesso indicato come Single Rulebook AML/CFT, il regolamento introduce regole armonizzate per prevenire l’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo

4 Transparency International, “EU golden passports on trial: Malta’s scheme before the Court of Justice“, 25 aprile 2025.

5 Commissione Europea, Comunicato stampa IP/22/5422 del 29 settembre 2022, “Investor citizenship scheme: Commission refers MALTA to the Court of Justice

6 Parlamento Europeo, Servizio di Ricerca (EPRS), “Aspects of golden passport and visa schemes in the EU“, Briefing, 11 settembre 2024, EPRS_BRI(2024)76239



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