Negli ultimi anni, il Global Risks Report del World Economic Forum ha posto una sempre maggiore enfasi sulle questioni ambientali, sui temi sociali e di governance, sottolineandone la loro potenziale influenza sulle performance finanziarie delle aziende e sulla loro reputazione e competitività.
Ciò in ragione della crescente attenzione che investitori, clienti e regolatori stanno rivolgendo agli aspetti ESG nelle loro decisioni di investimento e nell’acquisto di prodotti e servizi.
Come conseguenza di tali tendenze, le aziende stanno acquisendo consapevolezza dell’importanza strategica di gestire in modo efficace queste tematiche e, soprattutto, i rischi che ne derivano.
La spinta delle aziende verso un processo di gestione dei rischi ESG è essenzialmente dovuta a motivazioni derivanti da diversi fattori:
Reputazione e fiducia degli stakeholder: La reputazione è un asset cruciale per qualsiasi azienda. Investire nella sostenibilità e nella responsabilità sociale può migliorare la percezione dell’azienda da parte dei clienti, degli investitori, dei dipendenti e delle comunità in cui opera. In particolare, la gestione dei rischi ESG aiuta a prevenire incidenti e comportamenti che potrebbero danneggiare la reputazione aziendale.
Accesso al capitale: Sempre più investitori stanno considerando i fattori ESG nelle loro decisioni di investimento. Per tale motivo, le organizzazioni che gestiscono in modo efficace i rischi ESG risultano più attraenti per gli investitori responsabili, possono ridurre i costi di capitale e migliorare il proprio accesso ai finanziamenti.
Vantaggio competitivo: I consumatori stanno diventando sempre più consapevoli delle questioni ESG e scelgono sempre più prodotti e servizi da organizzazioni che dimostrano un impegno verso la sostenibilità. Implementare strategie per incrementarla, pertanto, conferisce alle aziende un indubbio vantaggio competitivo.
Gestione dei rischi finanziari: I rischi ambientali, sociali e di governance possono avere impatti finanziari significativi. Eventi climatici estremi o problematiche legate alla catena di approvvigionamento, ad esempio, possono causare ingenti perdite finanziarie. Una corretta gestione dei rischi ESG aiuta a identificare e mitigare tali minacce.
Compliance normativa: Le normative ESG stanno diventando sempre più numerose e rigorose. Il loro mancato rispetto può essere causa di pesanti sanzioni. La gestione dei rischi ESG aiuta a garantire la conformità alle leggi e ai regolamenti.
Sostenibilità nel lungo periodo: La gestione dei rischi ESG è essenziale per garantire la sostenibilità a lungo termine di un’azienda. Considerare i fattori ESG contribuisce a identificare opportunità di crescita sostenibile e a mitigare le minacce che potrebbero minare la stabilità dell’azienda nel tempo.
I rischi ESG
Ma quali sono esattamente i rischi ESG e come si gestiscono?
RISCHI AMBIENTALI
Rischi conseguenti a cambiamenti e impatti climatici: Le catastrofi naturali legate al cambiamento climatico, come alluvioni, incendi boschivi o siccità, possono danneggiare le infrastrutture, causare ritardi nella produzione e interrompere la catena di approvvigionamento.
Rischi conseguenti a scarsità e/o scorretto utilizzo delle risorse: La crescente domanda di risorse naturali può portare a una maggiore volatilità dei prezzi e all’accesso limitato a tali risorse. L’uso non corretto delle risorse naturali e delle materie prime, può comportare un aumento dei costi e una maggiore pressione ambientale.
Rischi conseguenti a emissioni di carbonio: Le emissioni di gas serra, dirette o indirette, possono contribuire al cambiamento climatico e portare a costi associati a regolamentazioni più rigorose o a sanzioni.
Rischi conseguenti a normative ambientali: Modifiche alle normative ambientali possono comportare multe e costi aggiuntivi per l’adeguamento alle nuove leggi.
RISCHI SOCIALI
Rischi conseguenti a violazioni di diritti umani: Violazioni dei diritti umani, come la discriminazione o lo sfruttamento, possono avere gravi conseguenze reputazionali e legali, soprattutto con riguardano alle catene di approvvigionamento, più difficili da prevedere e controllare.
Rischi conseguenti a salute e sicurezza dei lavoratori: Incidenti sul lavoro e condizioni di scarsa sicurezza possono avere conseguenze finanziarie, reputazionali e legali.
Rischi conseguenti a diversità e inclusione: Discriminazioni e mancato rispetto della diversità possono influire sulla cultura aziendale, sulla sua reputazione, sulla produttività e sulla capacità di attrarre e trattenere talenti.
Rischi conseguenti a condizioni di lavoro non etiche: Inadeguate condizioni di lavoro, mancanza di sicurezza e sfruttamento del lavoro minorile (anche nelle catene di approvvigionamento) possono nuocere alla reputazione ed esporre l’azienda a conseguenze legali.
Rischi conseguenti alle relazioni con i fornitori: La dipendenza da fornitori poco etici o poco responsabili può comportare rischi reputazionali e di approvvigionamento (inclusi ritardi nelle consegne o interruzioni).
RISCHI LEGATI ALLA GOVERNANCE
Rischi conseguenti a governance aziendale inadeguata: Cattiva gestione, conflitti di interessi e mancanza di trasparenza possono danneggiare la fiducia degli investitori e degli stakeholder.
Rischi conseguenti a corruzione e frode: Attività illecite all’interno dell’azienda possono portare a sanzioni legali e perdita di reputazione.
Rischi conseguenti a mancanza di trasparenza: La mancanza di trasparenza e visibilità nella catena di approvvigionamento può ostacolare l’identificazione dei rischi e il modo di affrontarli in modo efficace.
Rischi conseguenti a conflitti di interesse: I conflitti di interesse tra organizzazioni e fornitori possono influenzare la gestione etica e responsabile della supply chain.
Rischi conseguenti a mancata conformità: Non adeguarsi alla continua evoluzione delle normative ambientali, sociali e di governance può comportare costi aggiuntivi e rischi di non conformità.
Il processo di individuazione e gestione dei rischi ESG
In concreto, gestire i rischi, in ottica ESG, significa adottare un approccio strategico e proattivo finalizzato a identificare, valutare, mitigare e monitorare i rischi associati a questi fattori.
Tale processo si sviluppa attraverso le seguenti fasi:
A) Identificazione dei rischi
Il primo passo consiste nel riconoscere e comprendere la tipologia di rischi ESG cui l’azienda e le sue attività possono essere esposte.
Ciò comporta effettuare un’analisi dettagliata delle operazioni, delle politiche aziendali, della catena di approvvigionamento e delle dinamiche di settore, finalizzata ad individuare potenziali aree di esposizione ai rischi ESG.
Tale analisi avviene attraverso:
Esame delle operazioni e della catena di approvvigionamento: Effettuare un’analisi approfondita delle operazioni aziendali e della catena di approvvigionamento consente di identificare le attività, proprie o dei fornitori, che potrebbero comportare l’esposizione a rischi ESG (ad esempio, operazioni in aree ad alto rischio ambientale o forniture da paesi con condizioni di lavoro precarie possono rappresentare rischi).
Coinvolgimento degli stakeholder: Raccogliere informazioni e ascoltare le preoccupazioni dei propri stakeholder rilevanti, inclusi clienti, dipendenti, investitori, regolatori e comunità locali contribuisce a rivelare la presenza di potenziali rischi ESG nei quali l’azienda potrebbe incorrere.
Costante monitoraggio delle tendenze globali: Leggi e regolamenti sono in continua evoluzione. Non tenersi aggiornati e non monitorare le tendenze globali in materia di ESG può portare gravi conseguenze sulle attività aziendali.
Valutazione dei rapporti ESG: Esaminare e comparare i bilanci ESG delle organizzazioni del proprio stesso settore può rivelare rischi e opportunità comuni e best practice.
B) Valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi ambientali è un processo fondamentale della gestione sostenibile e della responsabilità ambientale dell’azienda.
Come secondo passo, identificati i rischi ESG, è necessario valutarne potenziali impatti e probabilità di accadimento. La valutazione può essere quantitativa o qualitativa e serve a stabilire una priorità tra i rischi e a identificare quelli più rilevanti per l’azienda da trattare con priorità.
La valutazione dei rischi si sviluppa attraverso:
Identificazione dei potenziali impatti ambientali: Individuare le attività, i processi e le operazioni aziendali che potrebbero avere un impatto sull’ambiente (ad esempio: emissioni atmosferiche, scarichi di acque reflue, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse naturali, impatto sulla biodiversità, ecc.).
Valutazione dell’importanza degli impatti: Valutare l’importanza degli impatti considerando fattori, quali: l’entità dell’impatto, la sua durata, la sua reversibilità e la sua potenziale gravità. All’esito, assegnare priorità e risorse da destinare alla mitigazione dei rischi più critici.
Identificazione dei fattori di rischio: Per ciascun impatto ambientale individuato, identificare i fattori di rischio specifici ad esso associati. (Ad esempio, per ciò che concerne le emissioni atmosferiche, i fattori di rischio potrebbero includere le normative ambientali vigenti, la tecnologia utilizzata, le condizioni atmosferiche locali, ecc.).
Valutazione della probabilità di accadimento e dell’entità del danno: Con l’ausilio di strumenti quali: modelli di rischio, dati storici, consultazione di esperti e altre fonti di informazione, si stima la probabilità di verificazione degli impatti e l’entità del danno che essi causerebbero qualora si verificassero.
Classificazione dei rischi: I rischi così individuati e valutati vanno classificati (“elevati”, “medi” o “bassi”) in base alla loro probabilità di accadimento ed all’entità del danno.
Sviluppo di piani di mitigazione: Dopo aver identificato e classificato i rischi, dovranno essere sviluppati specifici piani di mitigazione che includano azioni concrete (anche e, soprattutto, preventive) per ridurre la probabilità di impatti ambientali e mitigare il danno qualora si verificasse.
Monitoraggio e reportistica: L’efficacia delle misure di mitigazione andrà costantemente verificata attraverso l’implementazione di un sistema di monitoraggio periodico che dovrà includere la valutazione dei rischi ambientali e la redazione di report interni ed esterni a dimostrazione del costante impegno dell’azienda nella gestione ambientale responsabile.
Conformità normativa: Il rispetto delle normative costituisce il requisito principale per una corretta gestione dei rischi ambientali. Pertanto, andrà costantemente garantita la conformità dei processi e delle attività alle vigenti normative ambientali, locali, nazionali e internazionali.
C) Pianificazione di strategie di mitigazione dei rischi
Un corretto ed efficace processo di gestione dei rischi ESG comprende lo sviluppo e l’implementazione di strategie di mitigazione dei rischi.
Queste strategie possono includere:
Implementazione di politiche e procedure ESG: Creare politiche e procedure interne per affrontare i rischi ESG riferite ad aree quali: l’ambiente, i diritti umani, la salute e la sicurezza, la diversità e l’inclusione, la trasparenza e la gestione della catena di approvvigionamento.
Programmi di formazione e sensibilizzazione: Garantire ed assicurare che i dipendenti siano costantemente e adeguatamente formati e resi consapevoli dei rischi ESG e delle politiche aziendali correlate può contribuire a prevenire comportamenti che potrebbero esporre a rischi.
Piani di integrazione dei fattori ESG nelle decisioni aziendali: Assicurarsi che i fattori ESG siano sempre considerati nelle decisioni aziendali, incluse quelle riguardanti investimenti, acquisizioni, sviluppo di prodotti e pianificazione strategica.
Revisione periodica della catena di approvvigionamento: L’attenzione a fattori e rischi ESG deve essere estesa a tutta la catena del valore di un’azienda. A tal scopo andranno implementate e rafforzate le pratiche di valutazione e gestione della catena di approvvigionamento, invitando i fornitori al rispetto delle norme ESG e collaborando con loro per improntare adeguate politiche di gestione.
Comunicazione trasparente: Comunicare, internamente ed esternamente ed in modo trasparente, gli sforzi effettuati dall’organizzazione per mitigare i rischi ESG e promuovere la cultura della sostenibilità. Tale comunicazione potrà avvenire tramite report ESG, comunicazioni esterne e dialogo con gli stakeholder.
Strategie per implementare la cultura ESG
Individuare e gestire correttamente i rischi ESG richiede lo sviluppo, a monte, di una cultura e di processi aziendali che siano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità.
Per essere ESG compliant, pertanto, le aziende dovranno:
Gestire e rispettare i nuovi obblighi: I cambiamenti normativi hanno reso la gestione della sostenibilità sempre più complessa, richiedendo alle organizzazioni un costante adeguamento ai molteplici obblighi in essere.
Garantire l’esecuzione periodica analisi di materialità: L’analisi di materialità costituisce uno strumento chiave per identificare e dare priorità alle questioni ESG più significative per le organizzazioni, sulla base della valutazione di rischi, delle opportunità e degli impatti.
Adeguare la rendicontazione ESG ai nuovi requisiti: Per adeguare la rendicontazione ESG ai nuovi standard occorre sviluppare, calcolare, consolidare e diffondere nuovi indicatori in grado di raccogliere e analizzare dati provenienti da diverse fonti (finanziarie e non) da utilizzare, ad esempio, come base di riferimento per le decisioni di investimento.
Migliorare la sostenibilità lungo tutta la catena del valore: Essere sostenibili significa estendere la sostenibilità alla propria catena del valore. Per garantire ciò, sarà necessario estendere la responsabilità aziendale oltre le proprie operazioni dotandosi di strumenti di valutazione e di monitoraggio dell’impatto ambientale e sociale di fornitori, subappaltatori, società partecipate, ecc.
Sviluppare misure per contrastare il cambiamento climatico: Le normative ESG promuovono modelli produttivi orientati verso il livello di emissioni zero. In tale ottica le aziende dovranno strutturare processi per analizzare, quantificare, gestire e riferire sui loro impatti climatici.
Garantire la privacy e la sicurezza delle informazioni: Il costante rispetto della privacy e della sicurezza dei dati e delle informazioni devono sempre essere garantiti nonostante la continua evoluzione dei processi digitali.
Incrementare la digitalizzazione ed il controllo sulle informazioni ESG: La rendicontazione delle informazioni ESG è in costante evoluzione. Le organizzazioni dovranno garantire il loro adeguamento ai nuovi indicatori e alle modalità di trasmissione dati, dotandosi di più solidi strumenti di controllo interno che garantiscano la trasparenza, la qualità, l’integrità e l’accuratezza delle informazioni raccolte e fornite.
Promuovere una cultura ESG e adeguare il modello di governance: Il rispetto dei requisiti normativi non potrà essere efficacemente garantito in assenza di una solida cultura e di modelli di governance orientati ai fattori ESG. In tale ottica, le organizzazioni dovranno diffondere e promuovere la sostenibilità a tutte le loro diverse aree, organi e livelli, introducendo il perseguimento degli obiettivi ESG nei sistemi di remunerazione, implementando campagne di sensibilizzazione, sviluppando e aggiornando le politiche aziendali e la formazione.
Strategie per implementare la cultura ESG nella supply chain
Per evitare impatti negativi sulla reputazione e sulla redditività delle organizzazioni, la cultura della sostenibilità dovrà essere estesa alla loro catena di fornitura.
A tal fine, le organizzazioni potranno implementare le seguenti strategie:
Valutazione dei fornitori: Adottare un sistema di valutazione e selezione dei fornitori che tenga conto delle loro performance ESG.
Monitoraggio e audit: Implementare programmi di monitoraggio e audit per garantire che i fornitori rispettino gli standard ESG concordati.
Collaborazione con i fornitori: Collaborare con i fornitori per migliorare le loro pratiche ESG e promuovere la sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento.
Diversificazione della catena di approvvigionamento: Diversificare la catena di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore o regione geografica.
Trasparenza: Comunicare in modo trasparente con gli stakeholder sulla gestione dei rischi ESG (propri e della propria supply chain) e sui progressi compiuti nella loro mitigazione.