di Francesco Domenico ATTISANO
Ma c’è bisogno di maggiore cultura etica e integrità personale.
Il recentissimo scandalo di corruzione all’Europarlamento è una cosa molto grave, indipendentemente se poi tutti i fatti verranno confutati.
Il costo della corruzione è ormai sotto l’occhio di tutti, anche di quelli più miopi. I fenomeni corruttivi toccano tutta la collettività, visto che le ricadute economiche, politiche, ambientali, sociali sono enormi, minando proprio il benessere pubblico.
Malgrado ciò, la corruzione non si ferma. Per questo motivo, la domanda sorge spontanea: siamo sicuri di essere tutti e sempre senza peccato(1)?
Citando Aristotele, se la virtù è un “abito”, bisogna vestirsi quotidianamente, essendo consapevoli che la nostra etica e trasparenza impatta direttamente o meno sul benessere degli altri.
Tale preambolo era necessario, perché le belle parole le sanno dire in molti e la formalizzazione di piani e programmi anticorruzione (ricchi di documenti, tabelle, matrici, heat map) è diventata ormai un’arte dell’”adempimento burocratico”.
L’adesione a un sistema di prevenzione della corruzione, da parte delle organizzazioni pubbliche, non può consistere in soluzioni meramente formali e burocratiche. La concreta definizione di un assetto organizzativo effettivamente orientato alla prevenzione del fenomeno della corruzione, deve essere il motore di comportamenti etici, efficaci e sostenibili, con risultati facilmente monitorabili dalla collettività.
In tal senso, l’idea di fondo, a parere di chi scrive, è che sia necessario implementare realmente dei sistemi di governance(2), controllo e gestione dei rischi che possano prevedere e prevenire potenziali situazioni a rischio corruzione prima che si manifestino, al fine di ridurle all’interno delle organizzazioni pubbliche, per preservare e creare allo stesso tempo valore pubblico. Per far ciò bisogna partire dall’integrità e della cultura del singolo.
Sicuramente l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) sta dando il meglio di sé. Seppur con tutte le difficoltà del caso e degli eventi di mala administration, in linea con quanto sopra, l’ANAC ha tracciato una roadmap virtuosa per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, delineando un quadro di riferimento dell’anticorruption per le organizzazioni pubbliche, nonché fornendo una guida ancora più chiara alle stesse, rispetto agli anni precedenti.
A conferma di ciò l’ANAC ha pubblicato il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), che avrà validità per il prossimo triennio (2023- 2025)(3).
Il rafforzamento dell’integrità pubblica e della programmazione di efficaci presidi/ controlli di prevenzione della corruzione nelle organizzazioni pubbliche è una delle finalità del documento, che nel contempo punta a semplificare e velocizzare i processi ed i procedimenti amministrativi.
Senza entrare nei dettagli del nuovo Piano ANAC, si ritiene che il percorso è più che avviato, ma è ancora lungo. Sul tema, peraltro, l’Autorità ha condotto vari approfondimenti e fornito molteplici indicazioni e chiarimenti per:
- Predisporre i PTPCT e la sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO.
- Supportare gli RPCT, nel ruolo di coordinatori della strategia della prevenzione della corruzione e cardini del collegamento fra la prevenzione della corruzione e le altre sezioni di cui si compone il PIAO.
- Semplificare la definizione dei PTPCT per gli enti con meno di 50 dipendenti
- Esplicitare ancora meglio il divieto di pantouflage e la normativa di riferimento
- Fornire misure concrete da adottare nella programmazione anticorruzione in materia di contratti pubblici
- Individuare meglio la correlazione tra l’anticorruzione e l’antiriciclaggio
In ogni caso, a dieci anni dall’introduzione della legge 190, con gli ingenti fondi del PNRR e l’attenzione dell’Unione europea sul nostro paese per una corretta gestione di tali finanziamenti, bisogna rafforzare ancor di più i sistemi di prevenzione della corruzione, partendo dalle fondamenta valoriali e comportamentali sia dell’organizzazione che del singolo.
La creazione di una cultura del rischio e della compliance, con una tolleranza zero nei confronti di qualsivoglia forma corruttiva, risulta essere un fattore determinante per un sistema di controllo interno e di gestione dei rischi efficace, e prima ancora per una robusta governance.
Inoltre, una cultura sana (intesa sinteticamente come la combinazione dei valori, atteggiamenti e comportamenti) è fondamentale per la tutela – protezione e la creazione di valore nel lungo termine.
Pertanto, per quanto il cammino verso la legalità, la trasparenza, l’etica, la prevenzione della corruzione, sia tortuoso, non bisogna demordere, in quanto non tocca solo gli altri o i massimi sistemi dell’organizzazione pubblica.
In conclusione, nel nostro piccolo siamo noi stessi attori e strumenti di creazione di valore pubblico. Allenarsi giornalmente, quindi in maniera sistematica, con costanza, ad essere etici, trasparenti, rendendosi impermeabili alla potenziale corruzione è uno sforzo che ripaga noi e le future generazioni.
Ovviamente solo nel lungo termine potranno essere riscontrati i miglioramenti, in termini di reali outcome dei servizi pubblici, sulla salute, sull’istruzione, sul lavoro, sul benessere sociale e protezione dell’ambiente.
Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
Cfr. E. Lungaro, P. Magri, A.A.V.V. (2022), Prevenzione della corruzione e sviluppo sostenibile, capitolo 3 F.D. Attisano “Il Sistema di controllo interno e l’ERM per mitigare i rischi di corruzione”; Pacini Editore
Cfr. F.D. Attisano (2022), PNRR: linee guida di controllo e rendicontazione più chiare per le amministrazioni e i soggetti attuatori… ma servono anche le figure professionali; Risk & Compliance Platform Europe;
Cfr. F.D. Attisano (2022), “Al PNRR serve controllo: L’internal Audit può aiutare la Pubblica Amministrazione e velocizzare i cantieri”, Rivista Internal Audit. n.112 gennaio – marzo 2022; www.aiiaweb.it
(1) Cfr. Vangelo secondo Giovanni: 8:7.: “Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat”, frase latina che tradotta in italiano significa «chi tra voi è senza peccato scagli la pietra per primo».
(2) La Governance, può essere definita come la combinazione di processi e strutture implementate dal vertice dell’organizzazione per informare, dirigere, gestire e monitorare le attività per il raggiungimento degli obiettivi prefissati Differentemente, il King Report e il King Code definiscono la corporate governance come “l’esercizio di una leadership etica ed efficace da parte dell’organo di governo”.
(3) Cfr. Il piano nazionale anticorruzione approvato da ANAC, 6 dicembre 2022