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Legalità, trasparenza, etica e correttezza per prevenire i rischi

9 settembre 2019

di Ermelindo LUNGARO, Carlo REGOLIOSI, Corrado PAPA

Il sistema dei controlli delineato dalla “231” – Le opportunità della correlazione tra l’Organismo di Vigilanza e la Funzione di Compliance…. verso una Compliance 2.0

UNA RIFLESSIONE SISTEMICA CONCLUSIVA

Un’ulteriore riflessione nella visione sistemica delineata è utile focalizzare sull’approccio che deve guidare il controllo nell’ottica tracciata dal Legislatore 231 e, più in generale, nella costruzione ed implementazione di un assetto idoneo alla prevenzione dei rischi aziendali.

I profili di questo approccio, a parere di chi scrive, devono incentrarsi sugli aspetti di seguito indicati.

  • Commitment, soprattutto iniziale, da parte del Vertice

La consapevolezza della rilevanza di una cultura del controllo quale essenziale leva per il perseguimento degli obiettivi aziendali deve costituire obiettivo strategico primario dell’Azienda e deve essere testimoniata quotidianamente (al riguardo, basterebbe aggiungere, fra i topics delle agende degli incontri direzionali, anche uno dedicato alla compliance, assegnazione di budget dedicati, monitoraggio delle performance, etc.)

  • Indipendenza delle Funzioni di controllo di secondo e di terzo livello

Il controllo di secondo (essenzialmente la Funzione di Compliance(6)) e di terzo livello (quest’ultimo da parte dell’Organismo di Vigilanza oltre che, ove sussistente, della Funzione di Internal Audit) integra il controllo di primo livello effettuato dal management di line nel contesto della gestione operativa e, come tale, deve essere indipendente in quanto l’indipendenza garantisce obiettività di giudizio, capacità cioè di esprimere un’opinione che consideri compiutamente e trasversalmente tutti i fattori di rischio oggetto dell’analisi di adeguatezza, senza interferenze e condizionamenti provenienti dagli specifici obiettivi delle line operative.

  • Assetto integrato dei controlli di secondo e di terzo livello

Il controllo indipendente, per essere effettivo, efficace ed omogeneo, deve vedere il coinvolgimento sinergico di tutte le Funzioni di controllo di secondo e di terzo livello opportunamente allocate in un’area omogenea e coordinata di indipendenza, pur dovendo ciascuna di tali Funzioni conservare la propria specificità nel contesto del processo valutativo di competenza. In tale ambito occorre quantomeno un coordinamento tra tali Funzioni secondo un framework predefinito di flussi informativi ed incontri ad hoc per analisi e reportistica.

  • Approccio della Funzione Compliance – e, più in generale di tutte le Funzioni di controllo – di supporto al Management

Un management che conosca, apprezzi e condivida gli obiettivi migliorativi del controllo come funzionali ai propri obiettivi manageriali è, infatti, maggiormente propenso ad implementarli e monitorarli.

Tutto questo, si ritiene, può costituire elemento unitario ed inscindibile per soddisfare all’obiettivo cardine del controllo di fornire assurance agli Organi Sociali nella valutazione del disegno e della sua corretta implementazione per un’adeguata gestione/prevenzione dei rischi normativi di illecito e, come si è detto, più in generale rischi aziendali che il sistema di controllo deve prevenire.

In questo scenario, in definitiva, la Funzione di Compliance, a parere di chi scrive, può fornire un contributo distintivo ed aggiuntivo – sempreché adeguatamente integrato nel sistema di controllo interno – in un contesto di valorizzazione che si focalizzi anche e soprattutto nel momento preventivo (e dunque del disegno) e di “accompagnamento” alla corretta implementazione attraverso la sistematica e continuativa diffusione pervasiva nel tessuto aziendale della cultura della legalità, trasparenza, eticità e correttezza; cultura che è il corredo necessario per l’effettivo conseguimento di un adeguato assetto di prevenzione dei rischi.

Naturalmente affinché tutto questo avvenga è anche necessario un approccio della Funzione di Compliance (e dunque delle persone che vi lavorano) proattivo ma umile, aperto all’ascolto ed alla comprensione delle esigenze operative nel contesto dell’obiettivo di controllo perseguito, sempre e solo fondato su analisi rigorose (e mai su mere opinioni) e dunque su conseguenti conclusioni tratte da valutazioni compiutamente supportate da continuo ed intelligente studio normativo e di contesto. Il commitment aziendale (e la Funzione preposta delle Risorse Umane) deve in questo collaborare – se effettivamente crede nel valore aggiunto della Compliance – con una selezione rigorosa delle persone che scelgono Compliance: persone volenterose, integre e solide nei valori e nella trasparenza anche di atteggiamenti, orientate alla progettualità e non ad atteggiamenti meramente impiegatizi, con solide basi di preparazione professionale che il contesto specifico ed il team di inserimento richiedono (inevitabilmente, nel team componenti essenziali sono: logica giuridica, expertise in tecniche di controllo e capacità di analisi, sensibilità di governance, abilità di esposizione formale che sia semplice, chiara, coerente e sintetica).

 

Intervento di:

Ermelindo LUNGARO, Docente Master Anticorruzione, Università degli Studi Tor Vergata

Carlo REGOLIOSI, Professore Associato di Economia Aziendale, Università degli Studi Roma Tre

Corrado PAPA, Responsabile Compliance e Supporto agli Organi Sociali, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

 

LEGGI QUI l’articolo precedente  1/3,   Il modello 231 fra l’Organismo di Vigilanza e la Funzione di Compliance

LEGGI QUI l’articolo precedente  2/3,   La sinergia della Compliance, longa manus dell’Organismo di Vigilanza


Per approfondimenti, consultare i seguenti link e/o riferimenti:

(6)   Un processo di maturo consolidamento dell’assetto dei controlli aziendali (anche nell’ottica dell’auspicato assetto integrato di cui si accenna nel punto che segue) dovrebbe gradualmente portare – affinché i benefici si espandano ulteriormente – ad un’indipendenza ed integrazione (nel rispetto delle specificità di ciascuna) di tutte le Funzioni di controllo di secondo e di terzo livello. Si pensi al riguardo al Servizio Prevenzione e Protezione, al Data Protection Officer, alla Funzione che presidia le certificazioni di Qualità e – non secondario ma anzi prioritario – al Controllo di Gestione.

 



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