Risposta della Commissione Europea al Parlamento UE sui reclami pagamenti SEPA di altri Stati membri – 18 05 2018
La Commissione è consapevole del fatto che un certo numero di soggetti che ricevono pagamenti, comprese le autorità fiscali, i fornitori di energia, gli operatori di telecomunicazioni e le compagnie di assicurazione, non rispettano il regolamento 260/2012 (Single Euro Payments Area (SEPA) Regulation) e non accettano bonifici né utilizzano addebiti diretti – in Euro – relativi a conti di pagamento che si trovano in altri Stati membri.
È responsabilità delle competenti autorità nazionali affrontare questa pratica spesso definita discriminazione dell’ International Bank Account Number (IBAN). Tuttavia, alcuni Stati membri hanno interpretato il regolamento SEPA in modo tale che solo i prestatori di servizi di pagamento (i.e. le banche) devono rispettare il regolamento e non devono applicarlo nei confronti delle entità che ricevono pagamenti. Di conseguenza, alcune autorità competenti designate dagli Stati membri non avevano i poteri necessari per contrastare la discriminazione degli IBAN da parte degli enti che ricevono i pagamenti.
La Commissione ha sollevato la questione con gli Stati membri, i fornitori di servizi di pagamento e gli utenti. Ha dato seguito alle denunce ricevute dalle singole vittime della discriminazione IBAN per garantire che i problemi siano risolti. Come risultato di questi sforzi, tutti tranne tre Stati membri ora rispettano pienamente il regolamento SEPA e possono trattare i casi di discriminazione degli IBAN anche da parte di enti che ricevono pagamenti.
La Commissione è ora in contatto bilaterale con i restanti tre Stati membri per responsabilizzare le proprie autorità competenti a trattare tutti i casi di discriminazione degli IBAN.