di Andrea TESEI
Il Tribunale delle Imprese di Firenze si è recentemente trovato ad affrontare un caso senza precedenti, che segna un punto di svolta nel rapporto tra tecnologia e diritto.
Per la prima volta, infatti, una memoria difensiva presentata da un legale presentava riferimenti a sentenze inesistenti, generate da un’Intelligenza Artificiale generativa, nello specifico da ChatGPT.
La controparte del legale che ha presentato la memoria contenente queste informazioni false ha chiesto la condanna alle spese per responsabilità aggravata, sollevando una questione cruciale: quanto ci si può fidare dell’IA generativa in ambito giuridico?
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