Il 23 giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha segnalato che Veneto Banca S.p.A. e Banca Popolare di Vicenza S.p.A. sono in fase di fallimento o potrebbero fallire in quanto le due banche ripetutamente hanno violato i requisiti di capitale. La dichiarazione è effettuata secondo gli articoli 18(1a) e 18(4a) della regolamentazione del “Single Resolution Mechanism” (SRM). La BCE ha dato tempo alle banche di presentare piani aziendali, ma le banche non sono state in grado di offrire soluzioni credibili per il futuro.
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L’organismo di vigilanza nel sistema 231: i flussi comunicativi
Come preannunciato nell’ultimo articolo, ci soffermeremo ora sulle comunicazioni che interessano l’OIV e, in cioè, sui flussi informativi.
L’art. 6 comma 2 lett. d) del d. lgs. n. 231 stabilisce che il modello preveda “obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli”, rimandando, quindi, l’individuazione di tali strumenti all’autonomo potere di autorganizzazione di ogni ente.
Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 3
Le primarie e più recenti normative che disciplinano le Fondazioni sono le seguenti: • Carta delle Fondazioni • Legge di stabilità 2015: L. 190/2014 • Protocollo Intesa Acri-MEF
Carta delle Fondazioni: norme di autodisciplina
Il 4 aprile 2012, all’unanimità, l’assemblea dell’ACRI, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A., approvava la Carta delle Fondazioni. Il documento, composto di 16 pagine, costituiva un regolamento volontario di metodi, comportamenti e migliori pratiche che avrebbero disciplinato e uniformato le regole operative delle Fondazioni. Il consenso all’approvazione del documento non comportava per le Fondazioni obblighi di legge, ma, a seguito dell’adesione, il rispetto delle disposizioni diventava vincolante anche perché accordi, procedure e principi contenuti nel documento, una volta recepiti nei singoli statuti, avrebbero acquistato valore di norma interna e, quindi, disciplinato e regolamentato l’attività dell’ente Fondazione.
Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 2
Le primarie normative che disciplinano le Fondazioni sono le seguenti:
• Legge Amato-Carli: L. 218/90 e D.Lgs. 356/90 • Direttiva Dini: L. 474/94 e Direttiva 18/11/94 • Legge Ciampi: L. 461/98 e D.Lgs. 153/99 • Riforma Tremonti: L. 448/2001 • Corte Costituzionale: Sentenze n. 300 e n. 301 – 2003 • Legge di stabilità 2015: L. 190/2014 • Carta delle Fondazioni • Protocollo Intesa Acri-MEF
La legge Amato-Carli: la comparsa delle Fondazioni di origine bancaria
Con la legge Amato-Carli, le Casse di Risparmio, i Monti di Credito su Pegno (al 31/12/1990 operavano in Italia 75 Casse e 7 Monti di prima categoria) e gli Istituti di credito di diritto pubblico senza fondo di dotazione a composizione associativa, ebbero facoltà di conferire l’azienda bancaria alla società per azioni conferitaria e ricevere in cambio azioni per un valore commisurato allo stesso conferimento.
Fondi di garanzia dei depositi bancari: perché saperne di più
di Daniele CORSINI e Gerardo COPPOLA
Con la conversione del decreto 237/2016 sono stati introdotte per la prima volta nel nostro Paese disposizioni legislative concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale.
Se ne sancisce così l’alto valore strategico, al fine di promuovere il concetto di cittadinanza economica, basata sulla responsabilità delle scelte individuali, tramite il miglioramento della comprensione dei prodotti finanziari per individuarne rischi e opportunità, allineandosi alle migliori prassi internazionali.
A nostro avviso, il bisogno di maggiori competenze non si esaurisce nella conoscenza di singoli strumenti finanziari, ma si estende alle conoscenze, almeno di base, sul grado di salute delle banche con le quali si intrattengono rapporti finanziari e sulle modalità di tutela delle ragioni dei risparmiatori, tramite i fondi di garanzia dei depositi, in caso di dissesto bancario.
Le riflessioni che seguono sono centrate sulle modifiche da poco intervenute nel funzionamento di questi fondi, secondo la Direttiva comunitaria sui Sistemi di Garanzia dei Depositi, recepita nel nostro ordinamento nel 2016, commentando brevemente i bilanci appena approvati dalle rispettive assemblee. Si tratta del Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) che associa tutte le banche diverse dalle BCC e il Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) al quale fanno invece capo queste ultime. Continua a leggere
Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 1
Trasformazione delle banche pubbliche in S.p.A.
Nel 1936 in Italia si realizzò una completa riforma bancaria che ha disciplinato il sistema creditizio italiano fino agli inizi degli anni 90. Tale riforma contemplava il principio della specializzazione temporale del credito e distingueva gli istituti bancari che operavano a breve termine (max 18 mesi) dagli istituti di credito di diritto speciale che invece svolgevano attività di intermediazione unicamente a medio e lungo termine. La separazione dell’esercizio del credito mirava soprattutto a proteggere gli interessi dei risparmiatori rafforzando la stabilità delle banche per evitare i dissesti finanziari verificatisi negli anni precedenti all’approvazione della legge. La riforma del ‘’36 concepiva un modello di banca che, oltre a separare l’esercizio del credito ordinario da quello a media e lunga scadenza, vietava agli istituti bancari di possedere partecipazioni azionarie nelle imprese industriali.
La Certificazione del Credito e della professione del Credit Risk Manager e del Credit Risk Auditor
di Domenico Bracone
L’11 Aprile 2016 è stato riconosciuto da ACCREDIA, Ente unico nazionale di accreditamento, lo Schema proprietario CRMS FP 07:2015 “Credit Risk Management Systems – Requirements”, elaborato ai sensi del documento applicabile a livello europeo “EA-1/22 A-AB:2015 – EA Procedure and Criteria for the Evaluation of Conformity Assessment Schemes by EA Accreditation Body Members”.
Con il riconoscimento di ACCREDIA, lo Schema CRMS FP 07:2015 diviene di dominio pubblico a livello Nazionale.
Lo Schema CRMS FP07:2015 rappresenta un approccio strutturato alla gestione e al miglioramento dei processi legati al credito. Il modello organizzativo suggerito si ispira alla Norma ISO 9001:2015.
Crisi Culturale in banca
Le banche italiane sono ancora impegnate ad affrontare una crisi del settore di lunga durata e dalle profonde radici. Al momento il banco degli imputati appare alquanto affollato da disparati soggetti; ovviamente occorrerà del tempo perché le sentenze, non solo quelle di natura legale, vengano emesse.
In questo scenario i commentatori e gli economisti non sottolineano a sufficienza la conseguente forte crisi di fiducia generata nei confronti delle banche. Pertanto le banche stesse, per riconquistare la fiducia dissipata, dovrebbero ripartire dai buoni comportamenti e ricostruire tra i loro organici forti competenze operative e culturali orientate al “fare banca”. Continua a leggere
L’organismo di vigilanza nel sistema 231: funzioni e poteri
Un paio di articoli fa, abbiamo introdotto l’organismo di vigilanza previsto dal decreto legislativo n. 231/2001, sollevando il problema del coordinamento con gli altri attori organizzativi in materia di controlli.
A questo punto può risultare utile soffermaci sulle funzioni e sui poteri che caratterizzano questo ruolo. Continua a leggere
Banche, Governance, Tecnologia
La questione bancaria portata al punto di massima attenzione con la legge di conversione del Decreto Salvabanche (intervento pubblico diretto nel capitale di alcune importanti banche e proposta di costituire una commissione parlamentare di inchiesta) dimostra la ritardata consapevolezza dei problemi di un’industria da tempo contrassegnata da fragilità strutturali.
Le numerose crisi bancarie, alcune delle quali ancora irrisolte, hanno fatto da contrappunto alla blanda azione preventiva e correttiva di queste fragilità, tra le quali i deficit di governance occupano un posto centrale.
Anche in prospettiva è difficile vedere rapide modificazioni, dato che pure le riforme delle banche popolari e di quelle di credito cooperativo scontano tempi di efficacia non brevi e complessità realizzative ancora da risolvere.