Sostenibilità, oggi, è uno dei temi più invocati, usati e talvolta abusati in quanto si identifica in tale concetto tutto il contrario di tutto.
È un trend parlare di sostenibilità, ma realmente cosa dobbiamo intendere per sostenibilità integrale, da dove nasce la necessità di affermare lo sviluppo di tale tema.
Sembrerebbe che il primo documento ufficiale in cui ebbe inizio lo sviluppo sostenibile sia stata la risoluzione 38/16 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1983. Risoluzione con la quale le Nazioni Unite istituirono la Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo alla quale venne affidato il compito di stilare nel 1987 un rapporto che prese il nome di Rapporto Brundtland.(1)
In questo rapporto il tema dello sviluppo sostenibile venne definito come lo sviluppo che “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. Espressione importante che pian piano superò gli argini dei soli confini dei temi ambientali ed ecologici trovando piena applicazione nel sistema economico e nel corporate governance.
Per dare il valore saggio a tale concetto, per dare cioè un valore contenutistico apprezzabile del concetto di sostenibilità integrale ritengo come base di partenza ottimale l’Enciclica Laudato si’(2) di Papa Francesco non solo perché espressione dei valori cristiani, cui trovo consone ispirazione nella mia vita. Ma non solo per questo perché tale motivazione riguarderebbe la sfera personale. La motivazione per la quale considero il fondamento della Sostenibilità Integrale l’Enciclica Laudato si’ è annoverato nella convinzione che in modo splendido il Santo Padre nel 2015 esprime in questo documento un Inno alla Sostenibilità universale che prescinde quindi dal credo e che riguarda tutti. Infatti, nell’Enciclica de qua il Santo Padre identifica in modo profondo e declina l’etica sostenibile come il motore necessario sia per una giustizia ambientale che per una giustizia umana. Infatti, è stata accolta come un contributo dalla Santa Sede ad una forma di impegno generale per raggiungere un accordo globale in occasione dei negoziati internazionali sul clima. Quindi a ragion veduta i pilastri della storia della sostenibilità integrale vengono considerati, da più parti:
- l’Enciclica Laudato si’
- l’Agenda ONU 2030(3) e
- gli Accordi di Parigi(4).
Nel mondo del corporate governance il concetto di sostenibilità lo si ritrova enucleato nel concetto della Triple Bottom Line conosciuto come le tre P (PPP) cioè “Profitto, Pianeta, Persone” che venne coniato negli anni 90, periodo nel quale cominciò un lungo processo di riflessione secondo il quale le Imprese non dovevano solo concentrarsi a perseguire i profitti, ma nel perseguire i profitti dovevano concentrarsi nelle persone e guardare al pianeta. Cioè si cominciò a comprendere che bisognava:
- guardare alla performance economica,
- valutando la performance ambientale quindi consumo energetico, impatto sugli ecosistemi,
- verificando al contempo la performance sociale delle attività sugli stakeholder e sul contesto lavorativo delle persone che ne facevano parte.
Concetto nato negli 90 che trovò un evoluzione poi nell’acronimo ESG – Environmental, Social and Governance (Ambiente, Sociale, Governance) che rappresenta i fattori centrali che identificano la misurazione della sostenibilità di un investimento. Il mondo della Finanza Green ricerca standard comuni per dare una valutazione alle Imprese quotate in base proprio ai criteri ESG sopra citati. Nell’Unione Europea sono sempre più stringenti gli obblighi informativi per la definizione di un’attività finanziaria oppure di un investimento sostenibile. L’obbligo di una disclosure della Finanza Sostenibile permette una maggiore trasparenza circa la sostenibilità che è quella maggiormente richiesta dagli stakeholder, anche se da tale obbligo di rendicontazione non finanziaria rimangono fuori le medie imprese quotate, cioè quelle che hanno meno di 500 dipendenti ed un capitale sociale inferiore a Euro 20 mln oppure un fatturato sotto Euro 40 mln, sarebbe auspicabile un estensione dell’obbligo alle medie imprese perché in Italia la spina dorsale dell’economia è basata su questo tipo di aziende. Quindi è un segmento notevole che rimane fuori dall’obbligo della trasparenza della sostenibilità, ciò non toglie il fatto che potrebbero procedere ad un reporting ESG su base volontaria, perché, oggi, è agevole indicare, che dalla sostenibilità posta al centro del governo d’Impresa ne derivi la crescita ed il successo dell’impresa stessa. Nell’aprile 2021 una proposta di Direttiva U.E prevede l’estensione di tale obbligo dal 2024, significa che se la Direttiva troverà approvazione rimarranno fuori solo le micro imprese una volta ratificata nei tempi in Italia.
Che sia un tema molto sentito lo si evince proprio dall’introduzione nel nuovo Codice di Corporate Governance(5), come sappiamo entrato in vigore nel Gennaio 2021, che riguarda le società quotate in Borsa sotto il controllo della Consob, nel quale viene definito il successo sostenibile come “l’obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società”.
Lo stesso codice attribuisce l’attuazione del principio sostenibile all’organo di amministrazione al quale viene affidato il compito non soltanto di integrare il concetto di sostenibilità nelle strategie aziendali, ma anche nel sistema di gestione dei rischi e controllo interno, cioè in un sistema di compliance e nelle politiche di remunerazione.
L’Agenda ONU indica gli obiettivi di sviluppo sostenibile che le imprese devono raggiungere entro il 2030 quindi la clessidra fa scorrere in modo inesorabile il tempo e saranno penalizzate quelle Imprese che non riusciranno ad arrivare alla scadenza del tempo preparate all’appuntamento con la storia che hanno individuato le Nazioni Uniti per il raggiungimento della sostenibilità integrale.
Per approfondimenti e normative, consultare i seguenti link e/o riferimenti:
(1) ONU, Rapporto Brundland, 1987
(2) Papa Francesco, Enciclica Laudato si’, 2015
(3) Agenda ONU 203o, Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, 2015
(4) UNFCCC, Accordo di Parigi, 2015
(5) Il Codice di Corporate Governance – Borsa Italiana, 2020