Redazione
Un nuovo incontro ed una nuova intervista: l’ex-magistrato Gian Carlo CASELLI non ha bisogno di presentazioni.
In questa interessante chiacchierata percorriamo insieme i tratti fondamentali della storia italiana e come si sono evoluti gli strumenti per la lotta all’economia illegale, alla mafia, al terrorismo: il fil rouge sono le informazioni. Le informazioni fornite: dai pentiti del terrorismo e della mafia, dalle segnalazioni delle operazioni sospette, dai media nonché l’utilizzo che viene fatto anche di informazioni a fin di bene ma anche, per colpire pesantemente le persone.
Le informazioni sono essenziali per arrivare al cuore dell’economia illegale nelle sue tre principali declinazioni: l’evasione fiscale, la corruzione e la mafia. Un “affare” da 330 miliardi di Euro all’anno: una rapina colossale di soldi che vengono portati via, risorse sottratte scientemente alla collettività e alla giustizia sociale: un campo sportivo in meno, un centro anziani fatiscente, l’abbandono della tutela del territorio...
Si comprende bene che l’economia illegale è una vera e propria piaga da combattere – con ogni mezzo – perché corrode il nostro vivere civile e minaccia costantemente il nostro futuro.
Gli amici dell’Associazione Vento e Vertigine, Fabio NEROZZI, Walter TRIPI e Lorenzo SCALISE hanno incontrato l’ex-magistrato per parlare di lotta alla criminalità organizzata, di lotta alle mafie e, del suo ultimo libro, “Giorni Memorabili che hanno cambiato l’Italia”. E, hanno realizzato questa intervista.
L’intervista parte dal tema del valore delle informazioni sia fornite dai pentiti, sia recuperate dalle segnalazioni di operazioni sospette e di come l’utilizzo degli strumenti sia cambiato nel tempo; e, si snoda attraverso: il ruolo fondamentale dei pentiti e dei collaboratori di giustizia; la difficoltà di seguire i flussi di denaro; la capacità dei mafiosi di influire e decidere i percorsi di sviluppo o declino dei Paesi; gli enormi passi avanti fatti dalla legislazione e dalle collaborazioni a livello europeo; il tabù di usare la parola mafia nei paesi del Nord-Europa; i dossieraggi ed il ruolo dei media; l’indipendenza della magistratura.
Avere istruito molti dei processi fondamentali nella lotta alla mafia e al terrorismo è un valore aggiunto impagabile per la narrazione dei fatti, la riflessione e la capacità di rendere facile la comprensione della lotta al malaffare in Italia e in Europa.
Gian Carlo CASELLI, ex-magistrato è stato giudice istruttore a Torino, ha guidato la Procura della Repubblica di Palermo (subito dopo le stragi del 1992) ed è stato poi procuratore generale e procuratore della Repubblica di Torino. Oggi è uno stimato saggista.
Qui il link alla recensione del libro scritta da Fabio NEROZZI e Walter TRIPI.
Buona Visione!