Redazione
“È molto difficile che un’organizzazione criminale riesca a utilizzare un intermediario senza lasciare delle tracce” e, affinché la lotta alla criminalità finanziaria abbia successo, le tracce vanno individuate, seguite, investigate.
L’intervista di oggi nasce dall’incontro con il dott. Emmanuele DI FENZA. Un nome che tutti conoscono perché è la massima autorità nella lotta al riciclaggio, in Italia ed in Europa, ma anche perché il dott. DI FENZA ha realizzato – molti anni fa – del primo sistema informatico antiriciclaggio che è utilizzato ancora oggi da tutto il sistema bancario.
“C’è una convinzione – in parte da mitigare – per cui i riciclatori, pagano un prezzo per riciclare il proprio danaro e non necessariamente l’intermediario viene coinvolto nel riciclaggio.
La competenza e la franchezza che sono doti riconosciute del nostro ospite e ci permettono di comprendere quali criticità incontrano le imprese tenute agli obblighi di segnalazione con i loro clienti parlando apertamente di valore aggiunto economico della clientela e di bilanciamento dei rischi futuri. E, del concetto, di tenere pulito il sistema creditizio come interesse pubblico collettivo.
Immaginando un percorso di sviluppo continuo non poteva mancare una domanda sui punti di miglioramento dei sistemi di compliance da un lato la visione di una terza via istituzionale dei controlli, dove accanto al controllo dell’Internal Audit si possano intraprendere nuove strade attraverso il controllo da parte del Collegio Sindacale e poi gli aspetti dell’intelligenza artificiale come strumento d’interazione fra “l’uomo e la macchina”.
Buona Visione!
Francesco Nardulli Replica
Grazie per l’intervista. Conosco da molto Emanuele ed è sempre importante sentirlo.