di Giovanni COSTA
Un tempo gli insegnanti dicevano ai genitori che dovevano informare sull’andamento non proprio brillante del loro figliolo: «È molto intelligente ma non “si applica”». Oggi a proposito dell’intelligenza artificiale (IA) dovrebbero dire «non è intelligente ma quando “si applica” alle cose che sa fare è efficientissima».
Il tema dell’IA è uscito dagli ambiti specialistici grazie a software del tipo ChatGPT che in queste settimane molti stanno provando. Impazzano scenari catastrofici con milioni di posti di lavoro e di professionisti sostituiti dai robot e dagli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale; con professori disperati che non sanno più se stanno leggendo l’elaborato di un allievo o di un chatbot.
Pochi si domandano cosa sia possibile fare per progettare i nuovi ruoli lavorativi basati sull’IA e per formare le persone a coprirli adeguatamente.
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