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Azienda Privacy

Dati Giudiziari di dipendenti e collaboratori: quali sono i limiti e le possibilità dopo il GDPR?

2 luglio 2019

di Michela BARBAROSSA

Come noto l’avvento del Reg. Eu 679/2016 (GDPR)(1), ha innovato molti settori del diritto della protezione dei dati personali ed in particolare, ha modificato moltissimo la possibilità per il datore di lavoro di trattare i dati giudiziari (i.e. condanne penali, reati e connesse misure di sicurezza) dei lavoratori, collaboratori e fornitori.

Prima dell’avvento del GDPR era l’autorizzazione Generale del Garante n. 7/2016(2) (Autorizzazione al trattamento dei dati giudiziari da parte di privati, di enti pubblici economici e di soggetti pubblici) a disciplinare la materia.

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UIF critpovalute

L’utilizzo anomalo delle criptovalute secondo la UIF

28 giugno 2019

di Andrea DANIELLI

Nella sua 4° newsletter di maggio, l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) ha trattato le segnalazioni di operazioni anomale inerenti all’utilizzo di criptovalute.

Vi leggiamo che le prime segnalazioni sono pervenute nel 2013 e sono costantemente cresciute negli anni, seppure rimanendo in numero estremamente limitato rispetto ai volumi delle SOS “tradizionali”:  nel 2018 le SOS dovute a un potenziale uso criminoso delle criptovalute sono state infatti solo 499, la metà di tutte le segnalazioni pervenute tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2018 – complessivamente 898.

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Governance

Ripensare la cultura della sicurezza in azienda

26 giugno 2019

di Fabio PRESUTTI

Dunque, Accountability è la parola d’ordine, che però va concretamente dimostrata in termini di compliance (art. 32 GDPR).

Accountability in primis nel senso di responsabilità in capo a coloro che hanno il dovere di vigilare sulla protezione dei sistemi informatici e conseguentemente sui dati ivi contenuti, ovvero sul dipartimento IT/ICT preposto a ciò dal Top Management. Ove quest’ultimo deve avere riguardo, all’interno della valutazione globale dei rischi d’impresa, della necessità di una Governance anche in ottica di cybersecurity. Molto banalmente: “se io ti dico cosa devi fare e non fai, è colpa tua; ma se io non ti dico che cosa devi fare e le tue reazioni ad un evento non sono appropriate, la colpa è mia!”, ma non solo.

L’altro senso di Accountability è anche quello di responsabilizzazione. In quest’ottica è coinvolto tutto il personale dell’azienda, ma se vogliamo, a maglie più larghe coinvolge tutti i cittadini che indistintamente fruiscono della rete.

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Smart Contract

Facciamo chiarezza sugli Smart Contract

21 giugno 2019

di Nunzia RUSSO

Ultimamente si sente molto parlare di Smart Contract ma l’attenzione maggiore si è avuta dopo la conversione nell’art. 8-ter del Decreto Semplificazioni (D.L. 14 dicembre 2018, n. 135, convertito in legge con L. 11 febbraio 2019, n. 12) in vigore dal febbraio scorso, che introduce la definizione normativa di Smart Contract e gli conferisce la qualità giuridica della forma scritta.

La norma demanda all’Agenzia per l’Italia digitale l’individuazione degli standard tecnici che le predette tecnologie basate su registri distribuiti debbono possedere al fine di attribuire data certa e valore di forma scritta ai documenti ivi memorizzati. Inoltre sempre la stessa norma conferisce ai documenti informatici registrati su Blockchain la stessa efficacia giuridica riconosciuta alla validazione temporale elettronica (la cd. Marca temporale).

Ma cosa si definisce per «smart contract»?

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Cybersecurity

Cybersecurity: consapevolezza della minaccia e capacità difensiva

18 giugno 2019

di Fabio PRESUTTI

A distanza di un anno dall’applicazione del regolamento (EU) 2016/679 c.d. General Data Protection Regulation (GDPR) addetti ai lavori e non, hanno potuto registrare che quest’ultima è pressoché subito divenuta la best practice a livello internazionale per quanto attiene alla materia della protezione e sicurezza nel trattamento dei dati personali.

Questa nota, senza pretesa di offrire un bilancio esaustivo sul punto, si prefigge lo scopo di divulgare e sensibilizzare la più ampia platea possibile intorno al tema – oggi letteralmente “hot topic”, ma che per la verità è risalente per lo meno al 1986, anno in cui negli Stati Uniti venne varato il “Computer fraud and Abuse Act” all’epoca della computer crime –  della cybersecurity. Continua a leggere

RC TV Video Intervista Matteo Rizzi

Video-Intervista con Matteo Rizzi: Fondatore del FinTechStage Festival

13 giugno 2019

Redazione

Matteo Rizzi è un nome e “un marchio” che molti di noi collegano immediatamente all’evoluzione digitale, al FinTech, al coraggio di promuovere l’innovazione e la disruption ed è anche uno dei volti più riconosciuti e stimati nel settore FinTech a livello mondiale. Al pubblico è noto per essere il fondatore del FinTechStage Festival, un evento globale, che anche quest’anno ha fatto tappa a Milano.

Risk & Compliance TV ha avuto il piacere di incontrarlo ad Amsterdam durante il Money2020.

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Criptovalute alba

Criptovalute: Normativa internazionale a confronto

10 giugno 2019

di Simone MAZZONETTO

La Blockchain, spesso nota come “Tecnologia Ledger Distribuita”, è per molti esperti la più importante innovazione tecnologica dell’odierna economia. Una delle sue principali applicazioni è quella relativa alle Criptovalute di cui una delle sue peculiarità è di garantire un elevato anonimato nelle transazioni finanziarie, rendono tale strumento particolarmente complesso da gestire in ambito antiriciclaggio.

Preliminarmente si evidenzia come il quadro legislativo internazionale sia caratterizzato da una normativa non uniforme concernente la gestione delle Criptovalute.

In questo articolo andremo ad analizzare sinteticamente come i singoli paesi, specialmente l’Unione Europea, la Cina, il Giappone e la Russia stiano cercando di regolamentare questo nuovo sistema di pagamento.

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Privacy

Il remarketing alla prova del Gdpr: come evitare le sanzioni

5 giugno 2019

di Giuseppe FIORDALISI

A un anno dall’entrata in vigore della normativa non tutti si sono adeguati, sottovalutando gli elevati rischi connessi al mancato trattamento dei dati degli utenti.

Mettersi in regola è imprescindibile ma non si può improvvisare.

Navigando nel web spesso accade, dopo aver visitato taluni siti internet – in particolare a seguito della ricerca di prodotti o servizi – che nelle successive sessioni di riconnessione appaiano messaggi pubblicitari a mezzo banner o sotto forma di notizie “mascherate” o video su prodotti o servizi analoghi a quelli precedentemente cercati.

Gli “spot” si palesano navigando sui portali di informazione, sui social networks e persino in testa o in calce ai messaggi di posta elettronica.

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