Ho letto in un libro scritto da due scienziati del Massachussetts Institute of Technology che, dopo la rivoluzione industriale – che ha inaugurato la prima età delle macchine dell’umanità – i computer e le altre innovazioni digitali rappresentano la seconda rivoluzione, facendo per la nostra forza mentale ciò che fu fatto dalla macchina a vapore per la forza muscolare (E. Brynjolfsson, A. McAfee, La nuova rivoluzione delle macchine, Feltrinelli, 2015).
È chiaro che, come per tutte le rivoluzioni, occorre adeguarsi al nuovo ordine delle cose e, quindi, non soltanto alle ricadute di natura tecnica ma anche, anzi soprattutto, a quelle culturali.