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La riforma delle banche di credito cooperativo

15 luglio 2017

di Vincenzo Giovanni DRAGONE

La legge 8 aprile 2016, n. 49, recante la riforma del credito cooperativo, ha introdotto nel Testo unico bancario (TUB) l’istituto del “gruppo bancario cooperativo”; il quadro normativo si è completato con la disciplina di attuazione emanata da Banca d’Italia con la Circolare n. 285 del 2013, 19° aggiornamento del 2 novembre 2016.

Il modello disegnato dal legislatore prevede un gruppo composto da un intermediario bancario quale capogruppo, costituito in S.p.A. e dotato di un patrimonio netto di almeno un miliardo di euro, e dalle banche di credito cooperativo (BCC) affiliate alla capogruppo attraverso un contratto, detto “di coesione”. La disciplina in parola apre alla possibilità di più gruppi, purché sia rispettato – tra l’altro – il requisito patrimoniale richiamato.

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Coperina Libro Corsini Coppola

I nostri autori Corsini e Coppola sul Corriere della Sera

9 luglio 2017

Redazione

 

Nell’articolo del 19 giugno 2017 su L’Economia, inserto del Corriere della Sera, Federico Fubini presentando il libro “Per stare tranquilli in Banca” di Daniele Corsini e Gerardo Coppola ne valorizza l’impostazione multifunzionale.

L’approccio molto pragmatico che i due autori hanno privilegiato permette la fruizione del testo in termini di:

analisi di mercato sui ritardi accumulati dalle banche italiane, manuale per l’educazione finanziaria e per la tutela del consumatore, instant book sul futuro sviluppo della industria dei pagamenti in Italia.

 

Articolo Corriere della Sera

Libro: Per stare tranquilli in Banca

Banca Etruria

Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 4 (conclusioni)

2 luglio 2017

di Salvatore CARRANO

Lo stato attuale delle Fondazioni: da Fondazioni di origine bancaria a comuni Fondazioni

“Le Fondazioni non hanno una proprietà esterna, non hanno cioè azionisti che possano indirizzare l’istituzione verso un certo tipo di gestione e che possano rivendicare i dividendi corrispondenti al frutto di una buona gestione. Le Fondazioni, in effetti, appartengono a se stesse, non hanno un fine di lucro specifico, nel senso che non devono remunerare un capitale, non attribuiscono a terzi alcun dividendo. Gli amministratori sono nominati, secondo le norme statutarie, in modo da rendere possibile il raggiungimento dei fini istituzionali, spesso esplicitati nell’aiuto alle classi povere, nella promozione dell’arte e della cultura, nell’aiuto alle iniziative assistenziali e sanitarie, con un riguardo specifico alla zona geografica di insediamento”.

Il virgolettato appena sopra è una sapiente quanto dettagliata descrizione del prof. Tagliavini, risalente a venti anni or sono, che pennella il modello ideale e lo stato attuale delle Fondazioni.

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Comunicazione

L’organismo di vigilanza nel sistema 231: i flussi comunicativi

27 giugno 2017

di Giuseppe NUCCI

Come preannunciato nell’ultimo articolo, ci soffermeremo ora sulle comunicazioni che interessano l’OIV e, in cioè, sui flussi informativi.

L’art. 6 comma 2 lett. d) del d. lgs. n. 231 stabilisce che il modello preveda “obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli”, rimandando, quindi, l’individuazione di tali strumenti all’autonomo potere di autorganizzazione di ogni ente.

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Fondazione Varrone Cassa Risparmio Rieti

Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 3

18 giugno 2017

di Salvatore CARRANO

Le primarie e più recenti normative che disciplinano le Fondazioni sono le seguenti: • Carta delle Fondazioni • Legge di stabilità 2015: L. 190/2014 • Protocollo Intesa Acri-MEF

Carta delle Fondazioni: norme di autodisciplina

Il 4 aprile 2012, all’unanimità, l’assemblea dell’ACRI, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A., approvava la Carta delle Fondazioni. Il documento, composto di 16 pagine, costituiva un regolamento volontario di metodi, comportamenti e migliori pratiche che avrebbero disciplinato e uniformato le regole operative delle Fondazioni. Il consenso all’approvazione del documento non comportava per le Fondazioni obblighi di legge, ma, a seguito dell’adesione, il rispetto delle disposizioni diventava vincolante anche perché accordi, procedure e principi contenuti nel documento, una volta recepiti nei singoli statuti, avrebbero acquistato valore di norma interna e, quindi, disciplinato e regolamentato l’attività dell’ente Fondazione.

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Fondazione CRT Torino

Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 2

11 giugno 2017

di Salvatore CARRANO

Le primarie normative che disciplinano le Fondazioni sono le seguenti:

• Legge Amato-Carli: L. 218/90 e D.Lgs. 356/90 • Direttiva Dini: L. 474/94 e Direttiva 18/11/94 • Legge Ciampi: L. 461/98 e D.Lgs. 153/99 • Riforma Tremonti: L. 448/2001 • Corte Costituzionale: Sentenze n. 300 e n. 301 – 2003 • Legge di stabilità 2015: L. 190/2014 • Carta delle Fondazioni • Protocollo Intesa Acri-MEF

La legge Amato-Carli: la comparsa delle Fondazioni di origine bancaria

Con la legge Amato-Carli, le Casse di Risparmio, i Monti di Credito su Pegno (al 31/12/1990 operavano in Italia 75 Casse e 7 Monti di prima categoria) e gli Istituti di credito di diritto pubblico senza fondo di dotazione a composizione associativa, ebbero facoltà di conferire l’azienda bancaria alla società per azioni conferitaria e ricevere in cambio azioni per un valore commisurato allo stesso conferimento.

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Risparmio

Fondi di garanzia dei depositi bancari: perché saperne di più

4 giugno 2017

di Daniele CORSINI e Gerardo COPPOLA

Con la conversione del decreto 237/2016 sono stati introdotte per la prima volta nel nostro Paese disposizioni legislative concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Se ne sancisce così l’alto valore strategico, al fine di promuovere il concetto di cittadinanza economica, basata sulla responsabilità delle scelte individuali, tramite il miglioramento della comprensione dei prodotti finanziari per individuarne rischi e opportunità, allineandosi alle migliori prassi internazionali.

A nostro avviso, il bisogno di maggiori competenze non si esaurisce nella conoscenza di singoli strumenti finanziari, ma si estende alle conoscenze, almeno di base, sul grado di salute delle banche con le quali si intrattengono rapporti finanziari e sulle modalità di tutela delle ragioni dei risparmiatori, tramite i fondi di garanzia dei depositi, in caso di dissesto bancario.

Le riflessioni che seguono sono centrate sulle modifiche da poco intervenute nel funzionamento di questi fondi, secondo la Direttiva comunitaria sui Sistemi di Garanzia dei Depositi, recepita nel nostro ordinamento nel 2016, commentando brevemente i bilanci appena approvati dalle rispettive assemblee. Si tratta del Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) che associa tutte le banche diverse dalle BCC e il Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) al quale fanno invece capo queste ultime. Continua a leggere

Banca Monte dei Paschi

Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 1

28 maggio 2017

di Salvatore CARRANO

Trasformazione delle banche pubbliche in S.p.A.

Nel 1936 in Italia si realizzò una completa riforma bancaria che ha disciplinato il sistema creditizio italiano fino agli inizi degli anni 90. Tale riforma contemplava il principio della specializzazione temporale del credito e distingueva gli istituti bancari che operavano a breve termine (max 18 mesi) dagli istituti di credito di diritto speciale che invece svolgevano attività di intermediazione unicamente a medio e lungo termine. La separazione dell’esercizio del credito mirava soprattutto a proteggere gli interessi dei risparmiatori rafforzando la stabilità delle banche per evitare i dissesti finanziari verificatisi negli anni precedenti all’approvazione della legge. La riforma del ‘’36 concepiva un modello di banca che, oltre a separare l’esercizio del credito ordinario da quello a media e lunga scadenza, vietava agli istituti bancari di possedere partecipazioni azionarie nelle imprese industriali.

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Codice Etico Deontologia

Crisi Culturale in banca

14 maggio 2017

di Marco FERFOGLIA

Le banche italiane sono ancora impegnate ad affrontare una crisi del settore di lunga durata e dalle profonde radici. Al momento il banco degli imputati appare alquanto affollato da disparati soggetti; ovviamente occorrerà del tempo perché le sentenze, non solo quelle di natura legale, vengano emesse.

In questo scenario i commentatori e gli economisti non sottolineano a sufficienza la conseguente forte crisi di fiducia generata nei confronti delle banche. Pertanto le banche stesse, per riconquistare la fiducia dissipata, dovrebbero ripartire dai buoni comportamenti e ricostruire tra i loro organici forti competenze operative e culturali orientate al “fare banca”. Continua a leggere