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Risparmio

Fondi di garanzia dei depositi bancari: perché saperne di più

4 giugno 2017

di Daniele CORSINI e Gerardo COPPOLA

Con la conversione del decreto 237/2016 sono stati introdotte per la prima volta nel nostro Paese disposizioni legislative concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Se ne sancisce così l’alto valore strategico, al fine di promuovere il concetto di cittadinanza economica, basata sulla responsabilità delle scelte individuali, tramite il miglioramento della comprensione dei prodotti finanziari per individuarne rischi e opportunità, allineandosi alle migliori prassi internazionali.

A nostro avviso, il bisogno di maggiori competenze non si esaurisce nella conoscenza di singoli strumenti finanziari, ma si estende alle conoscenze, almeno di base, sul grado di salute delle banche con le quali si intrattengono rapporti finanziari e sulle modalità di tutela delle ragioni dei risparmiatori, tramite i fondi di garanzia dei depositi, in caso di dissesto bancario.

Le riflessioni che seguono sono centrate sulle modifiche da poco intervenute nel funzionamento di questi fondi, secondo la Direttiva comunitaria sui Sistemi di Garanzia dei Depositi, recepita nel nostro ordinamento nel 2016, commentando brevemente i bilanci appena approvati dalle rispettive assemblee. Si tratta del Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) che associa tutte le banche diverse dalle BCC e il Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) al quale fanno invece capo queste ultime. Continua a leggere

Banca Monte dei Paschi

Genesi, Normativa e Stato Attuale delle Fondazioni di origine bancaria – Parte 1

28 maggio 2017

di Salvatore CARRANO

Trasformazione delle banche pubbliche in S.p.A.

Nel 1936 in Italia si realizzò una completa riforma bancaria che ha disciplinato il sistema creditizio italiano fino agli inizi degli anni 90. Tale riforma contemplava il principio della specializzazione temporale del credito e distingueva gli istituti bancari che operavano a breve termine (max 18 mesi) dagli istituti di credito di diritto speciale che invece svolgevano attività di intermediazione unicamente a medio e lungo termine. La separazione dell’esercizio del credito mirava soprattutto a proteggere gli interessi dei risparmiatori rafforzando la stabilità delle banche per evitare i dissesti finanziari verificatisi negli anni precedenti all’approvazione della legge. La riforma del ‘’36 concepiva un modello di banca che, oltre a separare l’esercizio del credito ordinario da quello a media e lunga scadenza, vietava agli istituti bancari di possedere partecipazioni azionarie nelle imprese industriali.

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Credit Risk Management

La Certificazione del Credito e della professione del Credit Risk Manager e del Credit Risk Auditor

21 maggio 2017

di Domenico Bracone

L’11 Aprile 2016 è stato riconosciuto da ACCREDIA, Ente unico nazionale di accreditamento, lo Schema proprietario CRMS FP 07:2015 “Credit Risk Management Systems – Requirements”, elaborato ai sensi del documento applicabile a livello europeo “EA-1/22 A-AB:2015 – EA Procedure and Criteria for the Evaluation of Conformity Assessment Schemes by EA Accreditation Body Members”.

Con il riconoscimento di ACCREDIA, lo Schema CRMS FP 07:2015 diviene di dominio pubblico a livello Nazionale.

Lo Schema CRMS FP07:2015 rappresenta un approccio strutturato alla gestione e al miglioramento dei processi legati al credito. Il modello organizzativo suggerito si ispira alla Norma ISO 9001:2015.

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Codice Etico Deontologia

Crisi Culturale in banca

14 maggio 2017

di Marco FERFOGLIA

Le banche italiane sono ancora impegnate ad affrontare una crisi del settore di lunga durata e dalle profonde radici. Al momento il banco degli imputati appare alquanto affollato da disparati soggetti; ovviamente occorrerà del tempo perché le sentenze, non solo quelle di natura legale, vengano emesse.

In questo scenario i commentatori e gli economisti non sottolineano a sufficienza la conseguente forte crisi di fiducia generata nei confronti delle banche. Pertanto le banche stesse, per riconquistare la fiducia dissipata, dovrebbero ripartire dai buoni comportamenti e ricostruire tra i loro organici forti competenze operative e culturali orientate al “fare banca”. Continua a leggere

Bank Technology Digital Money

Banche, Governance, Tecnologia

15 aprile 2017

di Daniele CORSINI

La questione bancaria portata al punto di massima attenzione con la legge di conversione del Decreto Salvabanche (intervento pubblico diretto nel capitale di alcune importanti banche e proposta di costituire una commissione parlamentare di inchiesta) dimostra la ritardata consapevolezza dei problemi di un’industria da tempo contrassegnata da fragilità strutturali.

Le numerose crisi bancarie, alcune delle quali ancora irrisolte, hanno fatto da contrappunto alla blanda azione preventiva e correttiva di queste fragilità, tra le quali i deficit di governance occupano un posto centrale.

Anche in prospettiva è difficile vedere rapide modificazioni, dato che pure le riforme delle banche popolari e di quelle di credito cooperativo scontano tempi di efficacia non brevi e complessità realizzative ancora da risolvere.

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Unicredit Luxembourg

DAL LUSSEMBURGO. UniCredit Luxembourg SA chiuderà nel 2019.

2 aprile 2017

UniCredit Luxembourg SA chiuderà nel 2019 e i 162 dipendenti molto probabilmente perderanno il posto di lavoro.

UniCredit Luxembourg chiuderà il 31 dicembre 2018. La banca che, da un paio di anni, aveva acquisito le attività lussemburghesi della banca tedesca ex Hypovereinsbank attualmente offre servizi di back office, private e corporate banking. La chiusura, a margine di un piano di ristrutturazione internazionale, è stata resa nota da Aleba, l’Associazione Lussemburghese dei dipendenti di banche e delle assicurazioni.

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Banca Crisi Banche

Breve (e lunga) storia delle crisi bancarie in Italia: 1982-2017

26 marzo 2017

di Daniele CORSINI e Gerardo COPPOLA

Sembra che, quando si subiscono gli effetti di un investimento finanziario sbagliato, di una truffa finanziaria o di una crisi bancaria, la memoria individuale e collettiva tenda a rimuovere presto l’offesa ricevuta e ci renda pronti ad esporci a nuovi rischi senza particolari cautele aggiuntive.

L’educazione finanziaria, per agire come fattore di prevenzione, dovrebbe, tra i suoi primi obiettivi, tenere viva la memoria di quegli eventi, perché non si dimentichino le lezioni negative apprese nelle diverse circostanze.

Siamo invece certi che pochi abbiano la percezione di quante e quanto profonde siano state le crisi bancarie e finanziarie importanti intervenute negli ultimi trentacinque anni in Italia, vale a dire nell’arco temporale di una sola generazione.

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